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Terra Santa, il pellegrinaggio della solidarietà

Terra Santa: sempre più drammatiche le condizioni della popolazione araba. TOSCANAoggi propone un gesto concreto di condivisione: un pellegrinaggio nei luoghi santi dal 18 al 23 gennaio 2002. Monsignor Simoni: «Dobbiamo aiutare chi è rimasto senza lavoro da oltre un anno». L'appello del ministro di Arafat: «Abbiamo bisogno di voi».DI ANDREA FAGIOLI

DI ANDREA FAGIOLI«Lavoro, lavoro, dobbiamo trovare lavoro a questa gente», ripete con insistenza il vescovo di Prato Gastone Simoni, raggiunto per telefono a Gerusalemme dove si è recato all’inizio della settimana, insieme al confratello di Montepulciano-Chiusi-Pienza padre Rodolfo Cetoloni, per un «blitz» solidale di quarantott’ore. «Era previsto che venissimo qui in questi giorni con il pellegrinaggio dell’Unitalsi – spiega padre Rodolfo –, ma poi è stato rinviato. Allora abbiamo deciso di venire lo stesso, anche se solo in due, per un gesto di solidarietà di cui in questo momento hanno particolare bisogno i cristiani di Terra Santa».

I due vescovi sono arrivati martedì scorso a Betlemme dove hanno celebrato la Messa alla Grotta di San Giuseppe, visitato la Basilica della Natività, incontrato i francescani della locale parrocchia e pernottato. La mattina successiva, dopo una Messa alla Grotta di San Girolamo, si sono trasferiti a Gerusalemme dove hanno incontrato il Custode di Terra Santa, padre Giovanni Battistelli, e visitato i Luoghi Santi.

«Venire qui è possibile – dice monsignor Simoni –. Il conflitto non coinvolge tutta la Terra Santa. La situazione appare peggiore dall’Italia. L’importante, lo ripeto, è aiutare questa gente. Dobbiamo innanzitutto sostenere i padri francescani e le loro opere, perché danno lavoro a tante persone, altrimenti la popolazione araba continuerà ad abbandonare questa terra dove si percepisce la prepotenza dello Stato ebraico. C’è chi non lavora ormai da oltre un anno. La nostra cooperazione deve andare in questa direzione: deve sostenere e favorire il lavoro».

Anche per questo, dal 18 al 23 gennaio prossimi, insieme ai pellegrini che accetteranno l’invito di un «pellegrinaggio della solidarietà», ci saranno alcuni imprenditori toscani e alcuni rappresentanti dell’Unicoop di Firenze, che ha già avviato un progetto di collaborazione acquistando e rivendendo nei propri centri commerciali alcuni presepi artigianali provenienti da Betlemme.

Il pellegrinaggio, incoraggiato anche dalla Conferenza episcopale toscana, prevede di far tappa in tutti i luoghi più significativi della Terra Santa: da Betlemme a Gerusalemme, da Nazareth a Cafarnao, compresa una visita al suggestivo monastero ortodosso di San Giorgio in Coziba nel deserto di Giuda.

«Sarà un grande segno di solidarietà», ribadisce il vescovo di Prato, mentre padre Cetoloni, che a Gerusalemme ha vissuto alcuni anni e conosce bene quei luoghi, ricorda che anche la raccolta dell’Avvento è dedicata questa volta alla Terra Santa, in particolare ai bambini di Betlemme e alla scuola dei francescani che ospita 2 mila alunni, cristiani e musulmani, dalle materne alle superiori e «offre non solo un insegnamento qualificato, ma anche assistenza e aiuti materiali alle famiglie in difficoltà». E per chi volesse dare il proprio contributo c’è ancora tempo: basta rivolgersi alla propria parrocchia.

Tornando al pellegrinaggio, se l’iniziativa andrà in porto, i cattolici toscani avranno un’altra opportunità per «forzare la pace», così com’era successo nel gennaio scorso con una piccola delegazione (che per prima, comunque, entrò a Gaza dopo la chiusura delle frontiere nel settembre precedente), ma soprattutto con il grande pellegrinaggio dell’agosto scorso con 140 pellegrini dalle diocesi di Fiesole e di Montepulciano-Chiusi-Pienza.

Intanto un nuovo appello per la fine delle violenze in Terra Santa è contenuto nel messaggio natalizio che il patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabbah ha diffuso nei giorni scorsi. Il documento è stato sottoscritto anche dal Custode di Terra Santa e dalle autorità ecclesiastiche locali cattoliche e cristiane di tutti i riti e di tutte le denominazioni.

«Intorno a noi – si legge nella lettera – vediamo ancora violenza e ingiustizia, totale disprezzo per la dignità e per il prezioso valore dell’umanità». Per questo, i cristiani di Terra Santa rinnovano «l’appello ai leader politici, perché fermino ogni genere di violenza e consentano l’avvio di una nuova era di giustizia e pace che veda sia i palestinesi, sia gli israeliani, entro confini riconosciuti, godere di sicurezza e tranquillità». L’appello viene rivolto in modo pressante anche alla comunità internazionale affinché prenda l’iniziativa e aiuti le parti a imboccare la strada della pace.

Il pellegrinaggio si svolgerà da venerdì 18 a mercoledì 23 gennaio 2002. La partenza è prevista alle 18,50 dall’aeroporto di Firenze e poi da Roma alle 21,50 per Tel Aviv. La prima tappa sarà a Betlemme, quindi Gerusalemme e poi Nazareth, Cafarnao e tutti i luoghi del Vangelo. L’ospitalità, sia a Betlemme che a Gerusalemme e a Nazareth, sarà presso le locali Case Nove dei Francescani. La quota individuale di partecipazione è di lire 1.440.000 (Euro 743,70) e comprende tutto (tranne bevande e mance): voli, trasferimenti, pensione completa, ingressi e assicurazione. Per la camera singola supplemento di lire 240.000 (124 Euro). Per informazioni e iscrizioni: Orlando Gori – Centro San Lodovico – Montevarchi (AR) – 055/982670

L’appello del ministro: «Abbiamo bisogno di voi»«Il primo Natale del nuovo millennio si sta avvicinando. I pensieri dei cristiani di tutto il mondo sono rivolti a questo meraviglioso evento della storia dell’umanità, la nascita di Gesù Cristo a Betlemme. Tutti noi speriamo che un pensiero sia anche rivolto alla gente e ai bambini di Betlemme e dei villaggi circostanti come Beit Sahur e Beit Jala».

Volle lanciare questo appello il ministro palestinese Mitri Abu Aita in visita in Toscana all’inizio di dicembre, ricordando le difficoltà economiche in cui versa la gente di Betlemme dopo la sospensione dei pellegrinaggi. «Oggi, comunque, nonostante il momento difficile che la Palestina sta attraversando, siamo sempre all’altezza – spiega il ministro – di ricevere nel miglior modo i pellegrini di tutto il mondo. Vi esortiamo – dice il titolare del Turismo e dei beni storici del governo di Arafat – a non lasciarvi scoraggiare dagli ostacoli e venire a Betlemme. I vostri fratelli e sorelle nella fede, ma anche tutti gli abitanti di questo paese, hanno bisogno di voi. La vostra presenza tra noi, le vostre preghiere da noi condivise, ci danno speranza e conforto. Vi chiediamo di venire – insiste Abu Aita –, di incontrare, di conoscere i Palestinesi, custodi dei Luoghi Santi, che hanno sempre sofferto e lottato per difendere e mantenere vivi i luoghi della fede per duemila anni e ancora oggi lottano per il raggiungimento dei loro diritti, dell’indipendenza, della pace e della giustizia in Terra Santa».

Il ministro palestinese ricorda infine che nonostante i tempi difficili e il conflitto in corso «non vi è mai stato alcun incidente ai danni di pellegrini o strutture turistiche».