Mondo

Terra Santa: Patriarchi e capi Chiese Gerusalemme, “fine delle guerre e delle aggressioni”

Il Messaggio dei Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme diffuso nell’imminenza della Pasqua

“Come esseri umani, abbiamo attraversato nella storia momenti di guerra e oscurità. Nelle nostre vite personali, talvolta cadiamo. Crediamo che Gesù, con la sua morte, abbia portato fisicamente il peso della nostra caduta. Ma quella caduta non lo schiacciò: Egli si è rialzato, è risorto. La sua risurrezione è la luce che dissolve le tenebre e solleva chi a Lui si avvicina con fede”: è quanto si legge nel Messaggio dei Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme diffuso nell’imminenza della Pasqua.

I capi religiosi ribadiscono la loro missione pastorale di “rispondere a quanti hanno sofferto così gravemente nella nostra regione negli ultimi diciotto mesi”.

Tuttavia, aggiungono, “non possiamo compiere da soli questo compito impegnativo” e per questo chiedono “a cristiani e persone di buona volontà in tutto il mondo di rinnovare il loro impegno a lavorare e pregare per il sollievo degli afflitti, la liberazione di tutti i prigionieri, la fine delle guerre e delle aggressioni che hanno causato sofferenza umana immane, morte e distruzione nella nostra amata Terra Santa, così come in altre regioni del mondo ugualmente colpite”.

Soprattutto, sottolineano, “li esortiamo a unirsi a noi nel lavorare per una pace giusta e duratura, che inizi da Gerusalemme, la Città della Risurrezione, e si estenda da Gerusalemme fino ai confini della terra”. Un particolare saluto i Patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme lo rivolgono al nostro clero e ai fedeli rifugiatisi negli ultimi diciotto mesi nella chiesa ortodossa di San Porfirio e nella chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza” esprimendo anche solidarietà allo staff dell’Ospedale Anglicano Ahli Arab (colpito nei giorni scorsi dall’aviazione israeliana, ndr.), “che ha perseverato con coraggio nel tendere la mano guaritrice di Dio ai feriti gravi, nonostante indicibili di difficoltà”.

Il messaggio termina con il ricordo della data comune della Pasqua per “le chiese orientali e occidentali” e del 1700° anniversario del Concilio di Nicea, il primo dei grandi concili ecumenici che riunì i leader cristiani di tutto il mondo antico: “Preghiamo che questa felice convergenza di eventi ispiri le nostre Chiese a cercare con sempre maggiore impegno l’unità in Cristo, mentre proclamiamo gli uni agli altri, nello stesso giorno, l’antico saluto pasquale che risuona attraverso i secoli: Cristo è risorto”.