Mondo

Terra Santa: Patton, “conflitti attuali frutto di scelte di egoismo e di corta veduta”

Il custode di Terra Santa ha celebrato a Ain Karem la festa liturgica della nascita di san Giovanni Battista

Padre Francesco Patton

“Il conflitto in mezzo al quale ci troviamo e ai conflitti che affliggono oggi tante, troppe, parti del mondo sono frutto di scelte di egoismo e di corta veduta, di calcoli politici sbagliati, di decisioni economiche fatte sulla pelle degli altri, di brama del profitto e di sete di potere”: a ricordarlo è stato oggi il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando a Ain Karem la festa liturgica della nascita di san Giovanni Battista.

Meditando sulle letture del giorno, in particolare sul cantico di Zaccaria, il Custode si è soffermato sul tema del peccato: “Giovanni ci ricorda che la radice di ogni mancanza contro il prossimo sta nell’egoismo che ci chiude in noi stessi, ci porta a vedere solo i nostri bisogni e a volerci appropriare di tutto, e in questo modo ci rende insensibili ai bisogni degli altri; l’egoismo che ci rende avidi in termini personali e poi in termini sociali e collettivi; l’egoismo che ci rende violenti e ci porta ad abusare della nostra posizione e prevaricare sui più deboli”.

Il peccato, dunque, riguarda “singole persone e intere categorie”. “Non esiste solo una dimensione personale del peccato, ma anche una dimensione collettiva e una specie di accumulo storico e sociale del peccato, che ci riguarda collettivamente, come popolo e anche come umanità”. Come a dire che, citando Papa Wojtyła, “le strutture di peccato hanno un radicamento nelle scelte personali ma trovano poi un’espansione e un’espressione a livello sociale e globale”. Questi atteggiamenti e “strutture di peccato” si vincono solo accogliendo “l’invito a conversione di Giovanni Battista che apre i nostri occhi e illumina le nostre coscienze. Abbiamo bisogno di far esperienza delle viscere di misericordia che Dio manifesta donandoci suo Figlio, Gesù capace di riscattarci dal nostro egoismo personale e collettivo, dalla nostra insensibilità alla sofferenza del prossimo, dalla nostra avidità insaziabile, dalla sete di potere e dall’illusione della violenza”.