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Terra Santa: Patton (Custode), “i ricchi, i potenti e i prepotenti sono i perdenti davanti a Dio”

La messa per la Visitazione nel santuario mariano di Ain Karem, vicino Gerusalemme

“In un tempo di occupazione militare, di violenza bellica e di povertà che affama, lo Spirito permette di vedere che Dio sta facendo grandi cose e che i ricchi, i potenti e i prepotenti sono i perdenti davanti a Dio e nello scorrere della storia, mentre gli umili, i poveri e gli affamati sono quelli ai quali appartiene il futuro di Dio”. Lo ha detto il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando oggi (31 maggio) nel santuario mariano di Ain Karem, vicino Gerusalemme, la messa per la Visitazione. Commentando le letture proclamate il Custode ha richiamato il significato di tre verbi “Visitare, credere ed esultare” che rendono il senso di questa festa: “Visitare è il verbo che riassume ciò che Maria fa subito dopo aver accolto l’annuncio dell’angelo a Nazareth e aver concepito Gesù: visitare Elisabetta. Visitare è il verbo che riassume tutto ciò ed esprime interesse, attenzione, affetto, cura; credere è fondamentale perché la Parola di Dio si realizzi anche in noi”. Infine, esultare. “In questa festa esultano tutti, Elisabetta e Maria, Giovanni e Gesù, ci insegnano a non farci travolgere dalla tristezza e dal pessimismo che ci vengono da una lettura superficiale della storia in cui ci troviamo a vivere”. “Quelli che si credono potenti e che credono di poter affermare il loro potere con la violenza e con le armi e affamando i propri simili – ha rimarcato padre Patton – sono loro a collocarsi nel campo avverso a quello di Dio. Quelli che pensano di poter comprare tutto con le proprie ricchezze sono degli illusi perché non possono con le ricchezze né allungare la vita né fermare la morte. Quelli che si sentono padroni del destino del mondo e dei propri simili non hanno capito che Dio stesso riconosce come suo popolo quello che è oppresso e lo soccorre, gli manifesta la sua misericordia. Nella situazione in cui noi stessi ci troviamo a vivere – ha concluso – abbiamo bisogno di fare nostra questa prospettiva e di lasciare agire in noi lo Spirito perché ci offra occhi nuovi, una nuova speranza, e metta dentro il nostro cuore un’esultanza che ci faccia danzare”.