Toscana

Terremoto: D’Angelis, i pochi danni sono lezione antisismica all’Italia

«I pochi danni subiti in Garfagnana e Lunigiana con la forte scossa di terremoto di magnitudo 5.2 sono una lezione all’Italia: quando si ricostruiscono paesi crollati rispettando le regole antisismiche con rigorosi controlli, cosa accaduta in queste zone dopo il sisma del 1995, i rischi diminuiscono radicalmente e non si piangono morti e feriti. Il Governo può solo ringraziare cittadini, sindaci, volontari e protezione civile per quanto stanno facendo e continueremo a monitare la situazione fino al cessato allarme. Anche per questo è finita la stagione delle lacrime di coccodrillo sparse dopo ogni catastrofe. Siamo un Paese in grado di lanciare un vero piano di prevenzione sismica per salvare beni e vite umane oggi pericolosamente a rischio, è anche il modo per ridare ossigeno al settore dell’edilizia in crisi». Così il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis al termine del sopralluogo di stamattina a Fivizzano.

“Il Governo – continua D’Angelis – si è già mosso sulla strada della prevenzione per evitare di continuare a staccare assegni da circa 5 miliardi di euro l’anno per risarcimenti e riparazione danni da carastrofi, come accade dal 1945 ad oggi. Ci siamo mossi in tre direzioni: l’estensione dell’ecobonus, assolutamente da portare al 65%, inserito nel Decreto del Fare per la prima volta anche agli interventi di ristrutturazione antisismica nel 75% del territorio nazionale che la protezione civile certifica a medio-elevato rischio; i 300 milioni recuperati dal Ministero delle Infrastrutrure per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica più altri 100 milioni per i piccoli Comuni. Altre risorse possono essere recuperate da fondi europei e regionali per arrivare a quel che serve per la sicurezza dai terremoti e avvicinarci a realtà come la California o il Giappone, e cioè tra i 2 e i 4 miliardi l’anno per i prossimi venti anni. Alla parola “costi” – conclude il Sottosegretario – che da sempre accompagna gli interventi di difesa dai grandi rischi, sostituiamo la parola “investimenti” che creano anche occupazione, innescando economie territoriali e qualità”.