Italia

Terremoto L’Aquila 15 anni dopo: “ha vinto la vita”

Le parole di don Marco Pagniello, direttore Caritas italiana, e dell'arcivescovo Giuseppe Petrocchi durante la Messa celebrata nella notte appena trascorsa in occasione del 15° anniversario del sisma

“Fare memoria di un evento è sempre l’occasione innanzitutto per pregare per quanti non ci sono più, per quanti hanno lasciato la vita sotto quelle macerie, ma è anche l’occasione per riflettere su tutto quanto poi è accaduto in quei giorni. Riconoscere la tanta fraternità, la solidarietà e la carità vissuta. È anche l’occasione per imparare dalla storia, dagli errori commessi, per capire quanto di poteva fare e si può ancora fare”. Così don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana, nel 15° anniversario del terremoto de L’Aquila (6 aprile 2009).

Il 6 aprile 2009 la terra tremava violentemente in Abruzzo, soprattutto a L’Aquila. Il terremoto causò la morte di 309 persone, 1.600 i feriti. Caritas Italiana fu presente fin dai primi istanti, dapprima per rispondere ai bisogni immediati, poi nei tempi lunghi della ricostruzione, della ritessitura delle relazioni nelle comunità, nell’affrontare traumi sociali e psicologici, nel rilancio dell’economie locale. Grande la solidarietà in tutta Italia (quasi 23.500 donatori, il contributo della Conferenza episcopale italiana, fondi 8xmille, in tutto Caritas Italiana ha potuto mettere a disposizione delle comunità locali oltre 35 milioni di euro) e dal mondo: più di 60 Caritas estere hanno dato il loro contribuito.

Tra i progetti realizzati dopo la prima emergenza: 4 scuole, 16 Centri di comunità; 7 strutture di accoglienza; 2 servizi caritativi; ripristinate 16 strutture parrocchiali per attività sociali e comunitarie; avviati progetti di animazione e aggregazione rivolti in particolare ai bambini e ai giovani, progetti sociali a favore delle persone in ogni tipo di situazione.

Il terremoto del 2009 costituisce un “osservatorio sulle tragedie del mondo: le vittime di quella immane disgrazia sono ‘compagni di sorte’ di altri soggetti sui quali si sono abbattute le violenze di conflitti e di calamità dirompenti. Stasera siamo riuniti qui proprio per proclamare, insieme al dolore per le vittime del sisma, la nostra certezza che il vincolo di unità, che ci ha legato a loro, non si è spezzato, ma si è stretto ancora più forte perché in esso è stato impresso il sigillo dell’amore evangelico”.

Lo ha detto il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila durante la messa celebrata nella notte appena trascorsa nell’anniversario del sisma che devastò il capoluogo abruzzese e il suo territorio.

Dalla chiesa di santa Maria del Suffragio, o chiesa delle Anime Sante come amano chiamarla gli aquilani, che custodisce la Cappella della Memoria a ricordo delle 309 vittime del sisma, il cardinale ha ricordato: “Sperimentiamo dolorosamente il lutto ma senza esserne sopraffatti: ha la meglio l’annuncio della Pasqua. I nostri fratelli, che dimorano ‘lassù’, hanno già una appartenenza piena e definitiva; noi, che abitiamo ‘quaggiù’, camminiamo per raggiungerli nella stessa Patria celeste. In questa assemblea liturgica – ha ha ribadito – ‘loro’ non sono assenti, ma si rendono realmente presenti” come testimoniato dalla lettura dei loro nomi durante la messa. Dopo aver sperimentato la furia del terremoto, L’Aquila “non si è fermata” ha affermato Petrocchi, “non ha messo la ‘marcia indietro’ della ‘rassegnazione perdente’, ma è subito ripartita attivando una reazione coraggiosa e fattiva: si è spinta in avanti, accelerando il ‘ritmo operativo’ del suo robusto motore” religioso, etico e sociale. La Comunità, al completo, si è mobilitata per ri-edificare non solo ‘come’ prima, ma ‘meglio’ e ‘più’ di prima: in tutti i campi! La bellezza perduta non solo è stata restituita, ma si è arricchita e dilatata. Il pericolo di scivolare nel ‘torpore da trauma’ è stato sbaragliato dalla resilienza aquilana e dalla sua tenace audacia progettuale”.

“La Provvidenza di Dio ci ha accompagnato in questi 15 anni, consentendoci di attraversare la tragedia del sisma, dirigendoci però verso orizzonti di speranza, e conquistando novità inedite e di maggior valore” ha aggiunto il card. Petrocchi, che richiamando la visita di Papa Francesco a L’Aquila, il 28 agosto 2022, ha concluso: “Impegniamoci a ‘vigilare’ con sguardo sapiente e perseverante sui fatti che ci riguardano, restando saldi nella esperienza della Pasqua. E proprio perché Lo abbiamo incontrato e seguito, a L’Aquila ha vinto la Vita”.