Toscana

THAILANDIA, FOTOREPORTER UCCISO; CITO (AP): MORTO PER FAR VEDERE AGLI ALTRI CIÒ CHE SUCCEDE

“Grande rispetto per una persona che è morta cercando di fare bene il proprio lavoro, e far vedere agli altri ciò che succede”. È il pensiero di Pier Paolo Cito, fotografo dell’Associated Press (Ap), alla notizia della morte del collega Fabio Polenghi, ucciso oggi durante gli scontri tra manifestanti e militari a Bangkok, in Thailandia. “Il nostro lavoro – riflette Cito parlando al SIR – consiste proprio nell’andare in luoghi non sempre tranquilli per mostrare a chi sta a casa quello che avviene”. Così è stato pure per Polenghi, e Cito sottolinea la “generosità” di questo lavoro, che porta a rischiare in prima persona. Eppure, lamenta, “il fotogiornalismo in Italia non viene abbastanza riconosciuto: il fatto stesso che su molti giornali, anche importanti, non ci siano indicazioni sull’autore delle fotografie la dice lunga”. “Adesso – prosegue il reporter – siamo colpiti da questa vicenda, ma ricordiamo che episodi del genere succedono di continuo, e i fotogiornalisti che lavorano in questo campo sono spesso vittime di incidenti”. Un esempio: “Non molto tempo fa un collega della mia agenzia ha perso una gamba per l’esplosione del mezzo militare su cui si trovava, eppure questo non ha fatto notizia”. Ora che la vittima è italiana, invece, se ne parla, ma “purtroppo – conclude Cito – questa è solo una riprova dell’impegno di tanti colleghi per far sapere la verità”. (Sir)