Toscana

Toscana: carcere tra disagio, sovraffollamento e suicidi

Approvata la relazione 2025 sull’attività svolta nel 2024: focus su sovraffollamento, suicidi e reinserimento sociale. Via libera anche a un piano triennale per corsi di formazione e lavoro in carcere

carcere la Dogaia Prato (Foto archivio)

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza la risoluzione che accoglie la Relazione 2025 sulle attività del Garante dei diritti dei detenuti, relativa all’anno 2024. Il documento, ampio e articolato (oltre 350 pagine), fotografa una situazione carceraria ancora critica, segnata da sovraffollamento, problemi strutturali e sanitari, e un crescente bisogno di percorsi efficaci di rieducazione e reinserimento.

Hanno votato a favore Pd, Italia Viva e Misto–Europa Verde, contrari Lega e Fratelli d’Italia, mentre il gruppo Misto–Merito e Lealtà si è astenuto. Approvato all’unanimità, invece, un ordine del giorno – a prima firma di Marco Casucci (Merito e Lealtà) e emendato dal Pd – che chiede di rinnovare per altri tre anni la collaborazione con il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria e gli enti accreditati, per redigere un piano di formazione professionale dei detenuti. L’obiettivo è incentivare protocolli d’intesa tra amministrazioni penitenziarie, agenzie formative, centri per l’impiego e imprese disponibili ad assumere detenuti o ex detenuti formati.

Sovraffollamento, disagio, suicidi: le criticità del sistema

La relazione, illustrata in aula dal presidente della Commissione Affari Istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), evidenzia gravi problemi strutturali e sociali. In Toscana, al 31 dicembre 2024, erano presenti 3.209 detenuti adulti, di cui 1.487 stranieri, distribuiti in 16 istituti. A questi si aggiungono due istituti penali per minorenni e due REMS (residenze per misure di sicurezza).

Il sovraffollamento raggiunge punte allarmanti: 173% a Grosseto, 137% a Massa, 133% a Pisa, 131% a Siena. Il carcere di Sollicciano resta tra i più critici, insieme a quelli di San Gimignano e Livorno. Non meno preoccupante il dato sui suicidi: otto nel 2024, ai quali si aggiungono numerosi casi di autolesionismo. Il 36,5% dei detenuti presenta problemi di tossicodipendenza.

Bugliani ha sottolineato l’importanza della formazione: «Senza opportunità di lavoro e percorsi rieducativi, non possiamo pensare di restituire persone davvero pronte a reinserirsi nella società. Serve creare opportunità sia dentro che fuori dal carcere».

Il Garante propone anche l’organizzazione di due convegni: uno in memoria di Alessandro Margara, figura centrale nella riflessione giuridica e umanitaria sul carcere, e un altro dedicato alla salute mentale in ambito penitenziario.

Il dibattito in aula: tra critiche, proposte e richiami al Governo

Marco Casucci (Merito e Lealtà) ha insistito sulla necessità di aumentare i corsi di formazione e ha denunciato un’assenza di politiche innovative sul carcere in Toscana: «Serve fare di più per un vero reinserimento. L’astensione vuole essere anche un richiamo».

Giovanni Galli (Lega) ha criticato i percorsi alternativi, definiti «inefficaci», sottolineando che il carcere non può essere solo rieducativo, ma anche sanzionatorio: «Non bastano buone intenzioni. Senza servizi sanitari e strutture adeguate, il carcere genera disagio, non riscatto».

Per Maurizio Sguanci (Italia Viva), il reinserimento sociale è essenziale: «Il 93% dei detenuti senza misure alternative torna a delinquere. Le pene devono essere rieducative, ma anche concrete. E le guardie penitenziarie, oggi allo stremo, vanno sostenute».

Silvia Noferi (Gruppo Misto) ha ricordato le esperienze virtuose in Toscana, come la compagnia teatrale a Volterra e i laboratori a Massa: «La qualità della democrazia si misura anche da come trattiamo chi è in carcere».

Sulla stessa linea Marco Martini (Pd): «Investire in rieducazione è un dovere costituzionale. Le esperienze teatrali a Prato ne sono un esempio virtuoso».

Duro invece l’intervento di Sandra Bianchini (FdI), che ha attribuito le attuali criticità ai governi di centrosinistra e M5S. Diego Petrucci (FdI) ha ricordato l’intervento del sottosegretario Del Mastro a Sollicciano e gli investimenti del governo Meloni, annunciando dieci milioni di euro per interventi strutturali.

Francesco Gazzetti (Pd) ha replicato segnalando l’urgenza di interventi al carcere delle Sughere di Livorno e ricordando che, sull’isola di Pianosa, “ci sono persone in misura alternativa, ma il carcere resta inutilizzato”.