Toscana
Emergenza sostegno: metà dei posti coperti da supplenti
Boom di studenti con disabilità (oltre 20mila) e carenza cronica di docenti specializzati. Sindacati in allarme, mentre in Parlamento avanza la riforma che trasforma il sostegno in “docenza per l’inclusione”

Con l’inizio del nuovo anno scolastico ormai alle porte, la carenza di insegnanti di sostegno resta una delle principali criticità del sistema scolastico toscano. Nonostante l’istituzione di 1.111 posti in deroga, annunciata dall’Ufficio scolastico regionale (Usr) ad agosto, i sindacati parlano di una situazione ancora fragile e caratterizzata da un forte ricorso ai supplenti.
Secondo i dati ufficiali, gli studenti con disabilità in Toscana hanno superato quota 20 mila, passando dai 18.791 dello scorso anno ai 20.553 attuali. Per far fronte all’incremento, l’organico del sostegno conta ora 15.641 insegnanti (contro i 14.916 dell’anno scorso). Ma la stabilità è lontana: solo 6.273 docenti sono di ruolo, mentre oltre 9.000 posti saranno coperti da supplenze, segno di una precarietà cronica che pesa sulla qualità dell’offerta educativa.
La situazione più evidente si registra a Firenze e provincia, dove a fronte di 4.465 studenti con disabilità (di cui quasi 2.000 con disabilità grave), i posti di sostegno disponibili sono 3.339, ma meno della metà – 1.375 – appartiene all’organico di diritto. Gli altri 1.885 sono affidati a supplenti.
Sul fronte delle assunzioni, l’Usr ha comunicato 3.097 immissioni in ruolo, in crescita rispetto allo scorso anno. Tuttavia, per il mancato completamento di alcune graduatorie, i nuovi docenti effettivamente assunti saranno circa 2.866. Parallelamente, i sindacati denunciano un taglio di 375 cattedre a tempo pieno, giudicato inaccettabile in un contesto di aumento degli studenti con disabilità.
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara rivendica l’impegno del governo: più percorsi formativi e conferma dei precari in base al gradimento delle famiglie. Ma per i sindacati non basta: “Servono continuità e più assunzioni stabili”, sottolineano Flc Cgil e Cisl Scuola, secondo cui il ministero ha concesso solo il 30% delle richieste di organico di ruolo avanzate per la Toscana.
La riforma: dal sostegno al “docente per l’inclusione”
In questo scenario, il Parlamento sta discutendo una proposta di riforma che potrebbe cambiare radicalmente il ruolo dei docenti di sostegno.
L’idea è trasformarli in “docenti per l’inclusione”, non più dedicati esclusivamente agli studenti con disabilità certificata (legge 104), ma anche agli alunni con bisogni educativi speciali (Bes): dislessia, disturbi dell’attenzione, iperattività e altre difficoltà di apprendimento.
Per alcuni, il cambio rappresenta un passo verso una scuola più inclusiva. Per altri, c’è il timore di un indebolimento delle tutele per gli studenti con disabilità, se la specificità del sostegno venisse assorbita in una categoria più ampia.
Un problema nazionale
La Toscana non è un caso isolato. A livello nazionale, nell’anno scolastico 2024/2025 gli studenti con disabilità sono circa 337.000. I posti di sostegno autorizzati sono 222.000, ma oltre 90.000 cattedre risultano occupate da insegnanti senza specializzazione, spesso assunti con contratti a termine.
La discontinuità è un problema grave: il 57% degli alunni cambia docente ogni anno, e per l’8% la figura di riferimento varia addirittura durante l’anno scolastico.
La proposta di riforma è sostenuta dalla Lega e attualmente all’esame della Commissione cultura della Camera. Una delle clausole più discusse è quella di invarianza finanziaria: nessun costo aggiuntivo per lo Stato. Un segnale che preoccupa insegnanti e famiglie, perché la trasformazione del sostegno in inclusione rischia di restare solo sulla carta se non accompagnata da nuove assunzioni e risorse adeguate.