Toscana

Toscana: la ricerca fa bene alla salute. E all’economia

La Regione Toscana ha da sempre posto la promozione della ricerca e dell’innovazione fra i principi caratterizzanti le proprie politiche di sviluppo, in quanto elementi fondamentali nel rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale. In particolare, in ambito sanitario, investire in una ricerca di qualità alimenta lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e operative a beneficio dello stato di salute dei cittadini, del servizio sanitario e dell’intero sistema economico toscano. Insomma, investire in ricerca fa bene alla salute dei cittadini. E fa bene anche all’economia, perché la ricerca in sanità è un prezioso volano per gli investimenti.

Stamani, nel corso di una conferenza stampa, l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, assieme ai rettori delle tre Università toscane (Alberto Tesi, Firenze; Massimo Augello, Pisa; Angelo Riccaboni, Siena) ha tracciato un bilancio di cinque anni di ricerca nel campo della salute. Un bilancio più che positivo, come si vedrà dalle cifre.

“La Regione Toscana – sottolinea l’assessore Marroni – ha individuato nelle Scienze della Vita uno dei settori trainanti per il rilancio e il potenziamento della competitività regionale, guardando al miglioramento complessivo della salute e del benessere dei cittadini attraverso le innovazioni da introdurre nel Servizio sanitario regionale, ma nello stesso tempo anche alla crescita economica del territorio. In particolare in ambito sanitario, investire in una ricerca di qualità alimenta lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e operative a beneficio dello stato di salute dei cittadini, del servizio sanitario e dell’intero sistema economico toscano. E questo – aggiunge l’assessore – lo si può fare solo se le risorse investite in ricerca sanitaria non vengono considerate meramente un costo per il sistema, ma un investimento coraggioso e necessario che sia in grado di attrarre ulteriori risorse a sostegno dello sviluppo del sistema sanitario”.

“Con i rettori delle tre Università toscane ci presentiamo in modo unito, come abbiamo sempre fatto – ha detto il rettore dell’Università di Firenze Alberto Tesi, che ha parlato anche a nome dei due colleghi – Ciò che è stato fatto in questi cinque anni è molto importante per il sostegno all’attività della ricerca. L’attività di ricerca è un modo per migliorarsi: garantire una formazione sempre migliore e una sempre miglkore assistenza ai pazienti. Anche a nome dei miei colleghi volgio ringraziare l’assessore Marroni per questo percorso fatto insieme e per questa integrazione. E’ stato grande l’impegno delle aziende ospedaliere, molti corsi di laurea sono stati fatti con il loro contributo. E’ stata importante questa integrazione, nella quale l’Università si riconosce sempre di più. Noi siamo sempre disponiibli, mi auguro che questo modello di integrazione venga porta to anche sul territorio”.

Nel quinquennio 2010-2015, i progetti toscani finanziati in materia di salute sono stati 245, per un totale di 103 milioni di euro, così suddivisi: 10 milioni circa UE (cofinanziamento FESR); 46,5 milioni circa lo Stato (di cui 21 Ministero della salute per progetti vinti da Regione Toscana, 14,9 cofinanziamento FESR; 10,6 cofinanziamento FAS); 46,5 milioni circa Regione Toscana.

La performance della Regione Toscana in termini di numero di progetti finanziati è sempre molto buona. Se si considerano i risultati conseguiti negli ultimi tre bandi ministeriali, la Toscana si colloca al primo posto tra le Regioni, con 70 progetti finanziati.

I soggetti che fanno parte del sistema regionale della ricerca in sanità:

– il Distretto Scienze della Vita (www.scienzedellavita.it). E’ stato individuato dalla Regione Toscana come essenziale strumento di raccordo tra ricerca pura, impresa, Servizio sanitario regionale, per favorire l’incontro di domanda e offerta di prodotti, tecnologie e know-how. E’ nato nel 2011, su impulso della Regione Toscana. Attori del Distretto sono: 3 Università (Firenze, Pisa, Siena); 3 Scuole Superiori (Sant’Anna e Normale di Pisa, Istituto di alti studi di Lucca); 15 Istituti del CNR; 4 aziende ospedaliero-universitarie; 12 aziende sanitarie locali; fondazioni, centri servizi, altre strutture di ricerca pubbliche e private; 196 imprese del settore. Qualche numero del Distretto: 11.971 addetti; 823 brevetti; 5,5 miliardi di fatturato in euro.

– l’UVaR (Ufficio valorizzazione ricerca biomedica e farmaceutica). E’ un uffico regionale che offre un supporto integrato al sistema della ricerca, con particolare riferimento alla protezione della proprietà intellettuale, alla gestione e valorizzazione dei risultati della ricerca e al supporto per l’avvio al processo di industrializzazione. L’esperienza UVaR è unica in Italia. Dal 2009 al 2014: 91 invention disclosures (invenzioni) valutate; 22 domande di brevetto depositate; 58 azioni di trasferimento tecnologico.

– i Dipint (Dipartimenti integrati interistituzionali). Sono modelli organizzativi condivisi tra Università e Aziende ospedaliero-universitarie, per favorire la connessione tra ricerca, formazione e sperimentazione clinica.