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Ucraina: strage, don Ladnyuk: “Non abbiamo paura”

All’indomani della strage al mercato di Kostiantynivka dove un missile ha provocato la morte di 16 persone, tra cui anche un bambino, parla don Oleh Ladnyuk, salesiano, appena tornato dalla regione di Donetsk dove con gli operatori del Vis e i medici del Cuamm ha portato e distribuito medicine

Ucraina: strage nel mercato di Kostiantynivka (foto Ansa/Sir)

Ucraina sotto attacco. La strategia ora è colpire obiettivi civili. Si contano i morti. Don Oleh Ladnyuk, salesiano, è appena tornato dalla Regione di Donetsk dove con gli operatori del Vis e i medici del Cuamm hanno portato e distribuito medicine, da Kramatorsk a Novodonetsk. Appena risponde al telefono, fa “il punto” sulla strage del mercato a Kostiantynivka dove nella giornata di mercoledì 6 settembre, un missile ha provocato la morte di 16 persone e il ferimento di 33. È la polizia ucraina a confermare il bilancio dopo aver condotto “un esame visivo dei resti”. È stata una carneficina. Tra le vittime, c’è anche un bambino. “Kostiantynivka – racconta il salesiano – è una città abbastanza grande che si trova vicino al fronte, a pochi chilometri da Bakmuth. È una città dove non c’è nessuna base militare, non c’era quindi nessuna ragione per colpirla. Il missile ha centrato un mercato che si trova nel centro della città. È chiaro che si tratta di attacchi mirati contro i civili per creare disagio nel Paese e confusione nella popolazione”. Anche a Zaporizhizhia, una scuola e alcune abitazioni sono state danneggiate. Anche qui si contano vittime, tra morti e feriti. Per tutta la notte, gli allarmi aerei sono risuonati in tutto il paese per più di un’ora. Ma è in particolare la Regione a sud dell’Ucraina ad essere sotto attacco. Dopo il mancato rinnovo degli accordi sulle esportazioni di grano ucraino, la Russia ha bombardato i depositi cerealicoli di Odessa. Sono state distrutte 60mila tonnellate di derrate impedendo in questo modo l’esportazione del prodotto in tutto il mondo e favorendo l’impennata dei prezzi anche dell’8 per cento.

“Non c’è paura”, assicura il salesiano. Gli ucraini non si piegano. “Ormai – aggiunge – siamo abituati. C’è solo il sentimento di essere dentro una grande disgrazia e il desiderio che tutto questo finisca presto. La gente però ha ben chiara una cosa: non possiamo perdere questa guerra. Se la perdiamo, i russi porteranno a termine il genocidio contro il nostro popolo che hanno già cominciato. Non è paura, devi solo sopravvivere e basta”. Don Oleh è sempre impegnato a distribuire aiuti umanitari nelle regioni che si trovano al confine con il fronte. Dove sebbene si combatta, ci sono persone che non hanno lasciato le loro case. Il governo – racconta il sacerdote – sta facendo tutto il possibile per evacuare, soprattutto i bambini, dalle città e dai villaggi più a rischio. Anche se non tutti i genitori vogliono separarsi dai figli. C’è anche il problema di dove portare tutte le famiglie e hanno chiesto anche a noi l’aiuto a portare via le persone.

“Agli italiani – è l’appello del salesiano – chiediamo di non stancarvi della guerra. Noi non ci siamo stancati. Ci siamo dentro, ognuno di noi ha una persona cara in famiglia che è morta, o perché impegnato come soldato sul fronte, o semplicemente come civile a seguito di attacchi. Ma non ci siamo stancati di difendere i valori della libertà e della democrazia che fanno parte dell’Europa e sono patrimonio del cristianesimo. Questa guerra non è solo nostra. Noi stiamo combattendo per i valori europei, cristiani, per i diritti umani, contro ogni totalitarismo”.