Lettere in redazione

Udc, un voto… sulla fiducia

Caro Direttore,siamo un gruppo di cattolici fiorentini che hanno votato la lista Casini, fiduciosi nella possibilità di ricostruire il centro e attratti fortemente dalla presenza di uomini credibili come Pezzotta e Tabacci. Sappiamo anche che altri non convinti né dal Pd né dal Pdl, per esclusione sono confluiti nel centro che, infatti, in qualche misura si è ricostruito. Ora però ci domandiamo che proposte e che risposte si danno?

Il nostro voto non è stato «contro», ma una precisa volontà di dar forza ad un partito (si chiama ancora così?) dove il progetto politico fosse al di fuori delle sudditanze e delle furbizie elettorali, dei conseguenti inevitabili litigi e soprattutto rispecchiasse e valorizzasse il sentire di tanti cittadini che, né con la sinistra né con la destra, hanno molto da spartire.

Ci farebbe piacere una sua opinione e valutazione in proposito.

Lettera firmataFirenze

La vostra, cari amici, è una domanda più che lecita, che andrebbe però rivolta, anche in maniera pressante, ai responsabili dell’Udc.

La mia può essere solo un’opinione, una valutazione da osservatore esterno: e del resto è questo che mi chiedete. A mio parere, molti dei voti dell’Unione di centro sono stati, per così dire, un credito fiduciario, concesso con la speranza che, passate le elezioni, si sia davvero capaci di dar vita ad un nuovo soggetto politico, lontano, come voi dite, «dalle sudditanze e dalle furbizie» e che sappia liberarsi con coraggio da quel «qualcosa di vecchio» che certamente ha allontanato molte persone e limitato il consenso. Si possa cioè costruire – secondo l’intenzione e l’impegno manifestato più volte da Pezzotta – qualcosa di autenticamente nuovo, idealmente e culturalmente omogeneo, con una chiara ispirazione cristiana – senza per questo pretendere o sbandierare alcun bollino blu – che si collochi saldamente al centro con l’intento di offrirsi a quanti, cattolici e laici, non si sentono «né da una parte né dall’altra». Che abbia inoltre la capacità di elaborare e offrire un progetto e un programma per affrontare con realismo i gravi problemi dell’oggi e che soprattutto sappia accreditarsi con volti nuovi e credibili. Per l’Unione di Centro, messa insieme in fretta – e, mi si dice, non senza perplessità e contrasti – il dopo elezioni è dunque tempo impegnativo, anzi probabilmente decisivo.

E molto dipenderà dai risultati della Costituente di centro, annunziata per subito dopo il voto e che dovrebbe coinvolgere anche altre forze politiche e uomini e donne rappresentativi della società civile. Il momento della verità sarà quello.