Lettere in redazione

Una testimonianza su Pio XII e gli ebrei

In merito alla martellante accusa del mondo ebraico contro il «silenzio» del papa Pio XII, vorrei far conoscere un episodio del quale, purtroppo, non posso dare un supporto documentario perché basato sul ricordo di un articolo che lessi circa 53 anni fa (il periodo posso localizzarlo abbasyanza correttamente). L’autore era il famoso giornalista Umberto Calosso, che gli anziani come me ricorderanno benissimo perché a quel tempo teneva una rubrica molto apprezzatat alla radio, chiamata «Rosso di Sera». Era un uomo di grande obbiettività.

In quell’articolo raccontava di aver avuto un’eccezionale conversazione personale con Papa Pacelli il quale, riferendosi a quei primi accenni di critiche che si cominciava a far serpeggiare contro di lui in merito alla persecuzione contro gli ebrei, parlando spassionatamente, da uomo a uomo, con l’io, in prima persona, gli diceva di esserne fortemente turbato perché non sapeva proprio che altro avrebbe potuto fare o dire senza rischiare gravemente pericolose ritorsioni contro i cattolici tedeschi e olandesi, già nell’occhio della vendetta hitleriana. Erano parole accorate e sincere che dovrebbero esse conosciute da chi parla con tanta sicumera di insensibilità e di acquiescenza da parte del Papa.

Antonio ZanardiFirenze

Penso che questa polemica su Pio XII, che ricordiamo si è aperta nel 1963 per l’opera «Il Vicario», scritta curiosamente da un «negazionista» della Shoah, il drammaturgo tedesco Hochhuth, è destinata a chiarirsi appena saranno accessibili agli studiosi tutti i documenti dell’Archivio segreto di quel pontificato. Specie se l’indagine si allargherà anche ad altri archivi delle Cancellerie mondiali. Ne è una prova il documento pubblicato pochi giorni fa da «Repubblica». Si tratta del rapporto di un agente segreto tedesco infiltrato in Vaticano inviata al ministro degli esteri del Terzo Reich Joachim von Ribbentrop dall’ambasciatore tedesco presso la S. Sede. «Il Papa deve essere stato un ottimo segretario di Stato, mentre da Papa fugge le sue responsabilità. Il Vaticano appoggia emigranti ebrei battezzati in ogni modo nella loro fuga all’estero, soprattutto nei Paesi sudamericani. Si sono quindi avuti attriti con l’ambasciata brasiliana a Roma che si è rifiutata di concedere i visti a vari ebrei raccomandati dal Vaticano. La Santa Sede li aiuta anche sotto il profilo economico». Si può anche essere convinti – con tanta presunzione – che al posto di Pio XII noi avremmo fatto di meglio per difendere gli ebrei, senza peraltro mettere in pericolo la vita di altri milioni di persone. Ma nessuno può dire che fu complice silenzioso della Shoah.

Claudio Turrini