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Vescovi in Terra Santa, intervista al card. Lojudice
Il cardinale: "Il vero pellegrinaggio comincia adesso, nel quotidiano. La pace si costruisce con gesti semplici, nei luoghi dove viviamo"

Un pellegrinaggio “diverso”, vissuto nei luoghi feriti della Terra Santa e poi, forzatamente, in Giordania. È quello compiuto dai vescovi della Toscana dal 9 al 15 giugno, guidati dal card. Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana. Un’esperienza intensa e trasformante, come racconta lo stesso cardinale in un’intervista rilasciata a Toscana Oggi durante il viaggio di ritorno.
L’intervista integrale la trovate su Toscana Oggi di questa settimana.

«Non volevamo fare un pellegrinaggio classico, ma un gesto di vicinanza e ascolto verso comunità segnate da dolore e incertezza», ha spiegato.
Proprio mentre la delegazione era in Israele, un attacco iraniano ha chiuso l’aeroporto di Tel Aviv, rendendo necessario il passaggio in Giordania per il rientro.
Durante i giorni in Terra Santa, i vescovi hanno incontrato numerose realtà ecclesiali e sociali – tra cui il Patriarcato latino, la Custodia francescana, comunità religiose, famiglie e giovani – portando anche un contributo economico solidale da parte delle diocesi toscane.
«Ci hanno chiesto solo una cosa: non dimenticateci. La nostra presenza è stata un piccolo segno di comunione e sostegno», ha aggiunto il cardinale.
Il pellegrinaggio si è concluso ad Amman, dove la delegazione ha incontrato don Mario Cornioli, sacerdote impegnato in progetti concreti di accoglienza e lavoro per i rifugiati.
«Non basta commuoversi – ha detto Lojudice – bisogna fare. Il Vangelo si vive anche attraverso azioni concrete che danno forma alla speranza».
Un’esperienza che ha lasciato un segno profondo nei partecipanti, invitandoli a rientrare con occhi nuovi e a vivere la stessa prossimità anche nelle proprie diocesi.
«Il vero pellegrinaggio comincia adesso, nel quotidiano. La pace si costruisce con gesti semplici, nei luoghi dove viviamo. Esserci: è questa la risposta cristiana alla sofferenza».