Cultura & Società

Vino e spiritualità, la storia di Maddalena Mazzeschi

Professionista stimata nel mondo enologico e consacrata laica dell'Ordo virginum, si racconta nel nuovo libro, oggi in uscita, "Tappi, tacchi e miracoli. Il lato spirit...oso della comunicazione del vino"

Maddalena Mazzeschi


Maddalena entra in sala come sempre: passo sicuro, sorriso aperto, tacchi alti. In mano una cartellina con appunti e schede di degustazione, sul volto l’aria di chi è abituata a muoversi tra cantine, fiere e tavoli internazionali. È una professionista della comunicazione nel settore del vino, stimata consulente di aziende e associazioni, abituata a gestire eventi complessi e a raccontare con passione un comparto che è anche identità del nostro Paese.

Eppure, dietro quella figura elegante, dai capelli ricci e dal volto sorridente c’è qualcosa che spiazza. Perché Maddalena Mazzeschi non è soltanto una «signora del vino»: è anche una consacrata laica dell’Ordo virginum, scelta di vita radicale che non prevede abito religioso né convento, ma che chiede di vivere nel mondo testimoniando la propria fede nel quotidiano. Una donna che non ha mai rinunciato ai tacchi a spillo e che al tempo stesso ha fatto della sua consacrazione il cuore della propria esistenza.
Un paradosso? Forse. O forse la testimonianza di come vocazione e quotidianità possano intrecciarsi in modi inattesi. «Io sono così – racconta – non ho mai pensato di dover rinunciare alla mia femminilità per la fede. Anzi, ho scoperto che le due cose possono camminare insieme».

È proprio questo intreccio il cuore di Tappi, tacchi e miracoli. Il lato spirit…oso della comunicazione del vino (Giraldi Editore, pagine 180, euro 18), il libro, in uscita oggi, in cui Maddalena, che è nata e vive a Perugia, mette nero su bianco una storia personale che è anche una sfida a certi stereotipi. I «tappi» sono quelli del vino, mondo in cui lavora da anni con un approccio insieme tecnico e comunicativo. I «tacchi» sono la cifra di uno stile personale fatto di eleganza e presenza, senza timore di apparire fuori posto. I «miracoli» sono quelli della sua vita di fede, vissuta in un modo che non ha nulla di separato dalla realtà.

Gli aneddoti non mancano. Uno dei più vivaci che Maddalena racconta nel libro, si riferisce alla volta che accompagnò un giornalista a un evento in un’azienda vinicola. La serata prevede una «tombola napoletana»: un attore, travestito da donna, estrae i numeri e nel frattempo improvvisa battute e interviste al pubblico. «Appena ho capito che le domande erano sempre le stesse – “da dove vieni, che lavoro fai, sei sposata” – ho pensato: stasera vinco di sicuro, e dovrò dirlo davanti a cento persone con un comico che aspetta solo di cogliere la palla al balzo». Naturalmente vince. Sale sul palco, cerca di sviare l’intervistatore parlando del suo lavoro, ma la domanda arriva puntuale: «Sei sposata?». Dal fondo, la titolare dell’azienda, che conosce bene la sua scelta, la incalza: «Dai, diglielo!». L’attore insiste, immaginando chissà quale personaggio misterioso. E allora Maddalena, con un sorriso, risponde: «Per essere un personaggio importante, è decisamente importante. Io sono una laica consacrata: per capirci, una cosa un po’ simile a una suora, anche se non le assomiglio molto». L’attore resta interdetto, e l’unico commento che gli scappa è: «Oh Gesù!». «Ecco bravo, proprio Lui!», conclude lei, tra le risate generali.

È questo equilibrio tra ironia e profondità a segnare il suo cammino. Figlia di atei Maddalena ha sentito presto la chiamata a una forma di consacrazione che non fosse monastica. «Quando ho conosciuto l’Ordo virginum ho capito che era la mia strada. Non mi ci vedevo né mi sentivo chiusa in convento. Io volevo continuare a lavorare, viaggiare, vivere nel mondo. L’Ordo ti chiede solo questo: appartenere a Cristo, ma senza smettere di essere nel mondo».
Non è stato un cammino immediato. L’accompagnamento spirituale, la vicinanza di figure come il vescovo Ennio Antonelli – «che ha accolto la mia richiesta di consacrazione nel mondo» e che firma l’introduzione al volume -, la riflessione su cosa significasse realmente quella scelta hanno fatto maturare una decisione che oggi Maddalena vive con serenità. Una vita casta, certo, ma senza rinunciare alla sua identità di donna. Una femminilità che passa anche dai dettagli esteriori – i vestiti curati, i tacchi a spillo – e che diventa segno di una spiritualità incarnata.

Chi la conosce come professionista spesso resta spiazzato quando scopre il suo lato più intimo. Ma in quel cortocircuito si gioca la forza della sua testimonianza. «Non si tratta di due vite parallele – precisa – è una sola vita. E credo che la credibilità di una consacrata laica stia proprio qui: nell’essere trasparente, nel cercare di portare Cristo nel lavoro e nelle relazioni quotidiane. Non in una dimensione separata».
Il libro alterna pagine autobiografiche, riflessioni spirituali e racconti di episodi quotidiani. C’è leggerezza, c’è ironia, ma soprattutto c’è la voglia di mostrare che la fede non è un recinto, bensì un respiro che accompagna la vita. Il tono è diretto, sincero, senza retorica: sembra di sentire Maddalena parlare, come accade nelle sue conferenze o nelle interviste.

In un tempo in cui la fede è spesso percepita come distante, la sua vicenda rompe gli schemi: una donna che non ha rinunciato a tacchi e mondanità, e che al tempo stesso vive una consacrazione radicale. «Io non mi sento una contraddizione – dice – mi sento semplicemente intera. Non ho mai dovuto scegliere tra ciò che sono e ciò che credo».
Ecco allora il senso di quel titolo che sembra quasi uno slogan: Tappi, tacchi e miracoli. Un’esistenza che tiene insieme vino e spiritualità, femminilità e consacrazione, lavoro e vocazione. Una storia che sorprende, diverte, e lascia intravedere come il quotidiano possa trasformarsi – a volte – in miracolo.