Toscana

WTO: MARELLI (FOCSIV), DAL FALLIMENTO VANTAGGI SOLO PER PAESI INDUSTRIALIZZATI

“Ancora una volta speravamo che la responsabilità dei Governi, dei Paesi industrializzati come di quelli cosiddetti emergenti, prevalesse sugli interessi particolari e di breve termine”: è questo il commento di Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo-Focsiv, al fallimento dei negoziati del Doha round nell’ambito del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio. “Che lo scoglio più difficile fosse quantificare i livelli di protezione per gli agricoltori, ossia dare esatti valori percentuali alle riduzioni di dazi e sussidi era del tutto prevedibile – afferma Marelli – ma non che fosse ancora una volta la causa del fallimento del negoziato”. “Ora, l’unica certezza è che a trarre i maggiori vantaggi dal fallimento saranno ancora una volta gli agricoltori dei paesi industrializzati, Usa e Ue in testa – aggiunge Marelli – che continueranno a ricevere sussidi alle loro produzioni ed esportazioni” . “Prodotti simbolo dello scontro ineguale tra ricchi e poveri sono il cotone per gli Usa e il pollame per gli Stati Ue – spiega -: il primo protetto dalla concorrenza di Paesi come Mali, Benin, Ciad e Burkina Faso; l’altro che continua ad invadere i mercati dei Paesi più poveri. L’apertura dei mercati e la liberalizzazione del commercio sono teorie sempre evocate ma applicate solo quando avvantaggiano le economie dei Paesi ricchi”. “L’eliminazione totale dei sussidi alle esportazioni agricole, prevista negli accordi del Wto per il 2013 – dichiara Marelli -, sembra diventare l’ennesima chimera, rischiando di perpetuare le pratiche nefaste di dumping che soffocano le economie e danneggiano la capacità produttiva di paesi già vulnerabili”. Ora il timore è che l’esito negativo dell’incontro di Ginevra, ritenuto dai più un ultimo test di prova sulla tenuta del sistema multilaterale, possa pregiudicare anche l’andamento del futuro negoziato sul clima. “La crisi del sistema multilaterale – precisa – provoca il proliferarsi di accordi bilaterali e regionali che vanno a scapito soprattutto dei paesi più poveri con capacità negoziale inferiore rispetto alle grandi economie industriali. Basti pensare al caso del Messico che dall’entrata in vigore del Nafta (Accordo Stati Uniti, Canada e Messico) è diventato da produttore di mais a importatore di mais dagli Usa”.Sir