Vita Chiesa

XX GMG: BENEDETTO XVI AI MUSULMANI, INSIEME CONTRO IL TERRORISMO

“Il terrorismo, di qualunque matrice esso sia, è una scelta perversa e crudele, che calpesta il diritto sacrosanto alla vita e scalza le fondamenta stesse di ogni civile convivenza”. “Insieme, cristiani e musulmani, dobbiamo far fronte alle numerose sfide che il nostro tempo ci propone”. Lo ha detto oggi pomeriggio Benedetto XVI incontrando nella residenza dell’arcivescovado di Colonia una decina di rappresentanti di alcune comunità musulmane della Germania (testo integrale), dove vivono circa 3,2 milioni di musulmani, di cui 2 milioni di origini turche. “Se insieme riusciremo ad estirpare dai cuori il sentimento di rancore – questa una delle sfide più importanti di cui ha parlato il Papa – a contrastare ogni forma di intolleranza e ad opporci ad ogni manifestazione di violenza, freneremo l’ondata di fanatismo crudele che mette a repentaglio la vita di tante persone, ostacolando il processo della pace nel mondo. Il compito è arduo ma non impossibile. Il credente infatti sa di poter contare, nonostante la propria fragilità, sulla forza spirituale della preghiera”.

Il Papa ha posto in evidenza, “tra le preoccupazioni, quella che nasce dalla constatazione del dilagante fenomeno del terrorismo”, che semina “morte e distruzione, gettando molti nostri fratelli e sorelle nel pianto e nella disperazione”: “Gli ideatori e programmatori di questi attentati – ha osservato – mostrano di voler avvelenare i nostri rapporti, servendosi di tutti i mezzi, anche della religione, per opporsi ad ogni sforzo di convivenza pacifica, leale e serena”.

“Cari amici – ha continuato il Papa rivolgendosi ai rappresentanti delle Comunità musulmane – sono profondamente convinto che dobbiamo affermare, senza cedimenti alle pressioni negative dell’ambiente, i valori del rispetto reciproco, della solidarietà e della pace. La vita di ogni essere umano è sacra sia per i cristiani che per i musulmani. Abbiamo un grande spazio di azione in cui sentirci uniti al servizio dei fondamentali valori morali. La dignità della persona e la difesa dei diritti che da tale dignità scaturiscono devono costituire lo scopo di ogni progetto sociale e di ogni sforzo posto in essere per attuarlo”. Ed ha avvertito: “È un messaggio che occorre ascoltare e far ascoltare: se se ne spegnesse l’eco nei cuori, il mondo sarebbe esposto alle tenebre di una nuova barbarie”. Perché “solo sul riconoscimento della centralità della persona si può trovare una comune base di intesa, superando eventuali contrapposizioni culturali e neutralizzando la forza dirompente delle ideologie”.

Benedetto XVI ha poi ricordato che in passato “il rispetto e la mutua comprensione non hanno sempre contraddistinto i rapporti tra cristiani e musulmani”, a causa di guerre e battaglie che invocavano, “da una parte e dall’altra, il nome di Dio, quasi che combattere il nemico e uccidere l’avversario potesse essere cosa a Lui gradita”. Secondo il Papa “il ricordo di questi tristi eventi dovrebbe riempirci di vergogna, ben sapendo quali atrocità siano state commesse nel nome della religione”. “Le lezioni del passato – ha sottolineato – devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro”. Ai responsabili musulmani ha ricordato la “grande responsabilità nella formazione delle nuove generazioni”. “Non c’è spazio per l’apatia e il disimpegno e ancor meno per la parzialità e il settarismo. Non possiamo cedere alla paura né al pessimismo. Dobbiamo piuttosto coltivare l’ottimismo e la speranza. Il dialogo interreligioso e interculturale fra cristiani e musulmani non può ridursi a una scelta stagionale. Esso è infatti una necessità vitale, da cui dipende in gran parte il nostro futuro”.

“Scopo delle religioni abramitiche è la coesistenza delle persone nella riconciliazione e nell’amicizia. Il ricordo delle inimicizie e delle guerre riempie oggi l’umanità intera di dolore. Per non rivivere più questa sofferenza, noi, appartenenti alle religioni abramitiche, in particolare cristiani e musulmani, dobbiamo adempiere obblighi importanti”. Ridvan Cakir, presidente dell’Unione turco-islamica dell’Istituto per la religione, si è così rivolto a Benedetto XVI per il saluto iniziale durante l’incontro di questa sera, nell’arcivescovado di Colonia, tra il Papa e i rappresentanti di alcune Comunità musulmane. L’esponente musulmano, dopo aver parlato della necessità di costruire amicizie e relazioni tra le genti, ha citato un brano del Corano: “Vi abbiamo fatto popoli e tribù affinché possiate conoscervi reciprocamente”.

E ha osservato: “Quanto più le persone imparano a conoscersi vicendevolmente, tanto più intense possono essere le amicizie. Ogni religione e i suoi fedeli hanno sensibilità diverse. Siamo tenuti a rispettarle. Siamo convinti che il dialogo interreligioso e interculturale sia di straordinaria importanza per un mondo pacifico. Quanto più le comunità religiose e culturali imparano le une dalle altre, tanto più comprenderanno che non vi è motivo di avversione, ma piuttosto che esistono molti motivi di amicizia e di convivenza amichevole”.

Secondo Cakir, “la Turchia è un esempio degno di nota per l’esperienza di come diverse religioni e culture possano convivere nell’amicizia. Anche il processo d’ingresso della Turchia nell’Ue rappresenta un’importante occasione da considerare in questo contesto. Sosteniamo con tutto il cuore il processo di dialogo avviato e portato avanti dal Vaticano. Ci consenta Dio di proseguirlo. Siamo consapevoli che questo processo potrà dare un contributo importante all’amicizia, alla pace nel mondo e all’umanità”.Sir

I discorsi per la XX Gmg a Colonia