Vita Chiesa

XXV CEN-FAMIGLIE: CARD. BAGNASCO, GRAZIE PERCHÉ CI SIETE

(Ancona, dagli inviati Sir) – Una festa che rappresenta “una bella notizia per le nostre piazze”, all’interno di un evento, il Congresso eucaristico nazionale (Cen), che “manda un messaggio di fiducia perché il Vangelo del matrimonio e della famiglia è assolutamente bello, possibile e assolutamente necessario per l’umanità”. Seduto tra le famiglie, con a fianco l’arcivescovo Edoardo Menichelli, il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha portato il suo saluto questo pomeriggio allo spettacolo-happening “Al centro della vita. Mille famiglie una sola famiglia”, nel quale è culminato il quarto pellegrinaggio delle famiglie promosso da Rinnovamento nello Spirito Santo e che ha caratterizzato la penultima giornata del Congresso eucaristico nazionale, in attesa dell’incontro – domani – con Benedetto XVI. “Signore da chi andremo?”, la domanda evangelica che fa da tema del Cen, “parole – ha detto il cardinale – che risuonano nel cuore di tutti gli uomini che s’interrogano sul senso della vita”. E a interrogare il cardinale, questo pomeriggio, sono stati un bambino, un giovane e una famiglia. Il primo sul significato del Cen. “Questa gente che tu vedi in questa splendida piazza – ha risposto Bagnasco – e domani ancora di più attorno al Santo Padre ‘è’ il Congresso eucaristico, attorno a Cristo. Ma dov’è Gesù? È nell’eucaristia, che è il cuore della vita cristiana”.“Radunarci in modo anche pubblico, manifesto, come in questa grande piazza, attorno al Signore Gesù, in compagnia dei vescovi qui rappresentati e domani in compagnia del Santo Padre, è celebrare l’amore di Gesù eucaristia, è il Congresso eucaristico, anche per lanciare alla nostra società e al mondo, alla nostra Italia un messaggio di fiducia: non siamo soli, Dio è con noi”. Seconda domanda, cosa dice la Chiesa a una società che appare “sempre più smarrita, spaventata, frammentata”. La risposta sta nell’attenzione che la Chiesa italiana ha riposto, per questo decennio, nella sfida educativa, scegliendo di andare al “cuore dei problemi, alla radice”. L’impegno è per “recuperare la dimensione educativa della fede e del Vangelo”, perché “educare le giovani generazioni” significa “aiutare i giovani a essere liberi, non nel senso di fare ciò che si vuole, ma di scegliere liberamente ciò che è bello, ciò che è bene, ciò che è vero”. Infine, la famiglia. “Le famiglie vanno avanti perché guardano a Gesù eucaristia” e vedono lì “il vero volto dell’amore”. “Qui c’è il criterio, il modello e la fonte di ogni vero amore. Non c’è amore senza uscire da noi stessi, giorno dopo giorno, per andare incontro all’altro”. “Grazie – ha concluso l’arcivescovo – perché ci siete, voi e tutte queste famiglie”.