Chiesa Italiana
Zuppi: a Gaza cessino le armi. Europa sia unita
La prolusione del presidente della Cei al Consiglio permanente

“L’Europa deve esistere di più, anche se la insidiano e la indeboliscono i nazionalismi e i sovranismi e una leadership complessa”. Lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, nella prolusione del Consiglio episcopale permanente che si è aperto oggi a Gorizia. “L’incertezza dei rapporti con l’Alleato americano di sempre – ha sottolineato Zuppi – e la condizione creata dall’invasione russa in Ucraina la pongono in una situazione totalmente nuova, che richiede soluzioni unitarie perché siano efficaci. Dobbiamo, come Chiesa italiana e come Chiese europee, portare il nostro sostegno al Continente, per un suo consolidamento come realtà di democrazia, pace e libertà, per la difesa della persona umana in un mondo che appare tanto in movimento”. I vescovi si sono riuniti a Gorizia che insieme a Nova Gorica è Capitale Europea della Cultura 2025, prima capitale transfrontaliera: “una scelta che si colloca in un cammino di riconciliazione e di comune impegno a servizio della pace”, ha ricordato Zuppi.
Zuppi ha ricordato anche le recenti parole di papa Leone sul popolo di Gaza che «continua a vivere nella paura e a sopravvivere in condizioni inaccettabili, costretto con la forza a spostarsi ancora una volta dalle proprie terre». La Chiesa italiana, ha affermato il presidente della Cei, “si unisce al suo forte e accorato appello per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Ci domandiamo con inquietudine: cosa possiamo fare di più per la pace? Chiediamo: cessi il rumore delle armi in nome del rispetto per l’inviolabile dignità della persona umana, di ogni persona; siano protetti i civili da ogni forma di violenza fisica, morale e piscologica; sia garantita a ciascuno la libertà di decidere dove e come vivere nel rispetto dell’altro e in fraternità, perseguendo il principio dei due Stati, unica via per dare un futuro al popolo palestinese preso in ostaggio da Hamas e dall’offensiva militare tuttora in corso”.
La Chiesa, ha affermato ancora Zuppi, “fedele al Vangelo di Cristo, aiuta una rinnovata passione per la vita, che difende dal suo inizio alla fine, trasmette la gioia di donarla, la bellezza della famiglia, il senso di essere comunità, rappresenta un noi attraente e umano. Credo opportuno riaffermare quanto dichiarato in passato, ovvero l’auspicio che “si giunga, a livello nazionale, a interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza. Ribadiamo, peraltro, che la legge sulle cure palliative non ha trovato ancora completa attuazione: queste devono essere garantite a tutti, in modo efficace e uniforme in ogni Regione, perché rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo. Sulla vita non ci possono essere polarizzazioni o giochi al ribasso. La dignità non finisce con la malattia o quando viene meno l’efficienza. Non si tratta di accanimento, ma di non smarrire l’umanità”».
Nel discorso di Zuppi anche riferimenti al Giubileo dei giovani e al Cammino sinodale della Chiesa italiana. Qui sotto il testo integrale.