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Accordo Santa Sede-Palestina: mons. Gallagher, la «soluzione dei due stati divenga realtà»

Oggi, in Vaticano, la firma dell'accordo. Il ministro degli esteri palestinese lo ha definito un passo «storico».

Un «buon esempio di dialogo e collaborazione» che può «servire da modello per altri Paesi arabi a maggioranza musulmana». Così monsignor Paul Richard Gallagher, segretario della Santa Sede per i rapporti con gli Stati, ha definito oggi, alla firma, l’accordo tra Santa Sede e Palestina, evidenziando come l’interlocutore sia proprio lo Stato di Palestina, «e ciò come segno del cammino compiuto dall’Autorità Palestinese negli ultimi anni e soprattutto dell’approvazione internazionale culminata nella risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu, del 29 novembre 2012, che ha riconosciuto la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite». L’esponente vaticano ha auspicato che l’accordo «possa in qualche modo costituire uno stimolo per porre fine in modo definitivo all’annoso conflitto israeliano-palestinese» e che «l’auspicata soluzione dei due Stati divenga realtà quanto prima». Il testo, «pur essendo un’intesa tra due soggetti di diritto internazionale, riguarda fondamentalmente la vita e l’attività della Chiesa in Palestina», – ha osservato Gallagher, precisando che «i cattolici non vogliono nessun privilegio se non continuare a collaborare con i loro concittadini per il bene della società».

«Lo Stato di Palestina reitera il proprio impegno a combattere l’estremismo e a promuovere la tolleranza, la libertà di coscienza e di religione e a salvaguardare nello stesso modo i diritti di tutti i suoi cittadini. Questi sono i valori e i principi che riflettono le convinzioni e le aspirazioni del popolo palestinese e della sua leadership e sono le basi sulle quali continuiamo a sforzarci di fondare il nostro Stato indipendente e democratico». Lo ha affermato Riad Al-Malki, ministro palestinese degli Affari esteri, oggi in Vaticano per la firma dell’Accordo globale tra Santa Sede e Stato di Palestina. Un passo che Al-Malki ha definito «storico», frutto di «anni di negoziati complessi e approfonditi tra le due delegazioni in uno spirito di amicizia e collaborazione», ricordando «il sostegno e l’impegno personale del presidente Abbas» e «la benedizione di Sua Santità papa Francesco verso i nostri sforzi al riguardo». «Per la prima volta – ha osservato – l’Accordo include un riconoscimento ufficiale della Palestina come Stato da parte della Santa Sede, quale segno di riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, alla libertà e dignità in un proprio Stato indipendente libero dalle catene dell’occupazione».