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Papa e leader Ue per 60° Trattati di Roma: i saluti di Tajani e Gentiloni

«L’Europa è l’unico continente al mondo dove non esiste la pena di morte». Lo ha ricordato Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, salutando il Papa nella Sala Rega, in apertura dell’udienza di Francesco ai 27 Capi di Stato e di governo dell’Unione europea, accompagnati dalle loro delegazioni, in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma.

«Questo significa – ha proseguito Tajani – che nessuno ha il diritto di togliere la vita ad alcun essere umano e che nessuno può togliere a un essere umano la volontà di redimersi». «L’Unione europea – ha ricordato il presidente del Parlamento europeo – deriva dalla Grecia e da Roma, e dal cristianesimo» che ne ha «plasmato profondamente» i valori, e che rappresenta «un minimo comune denominatore, che non contraddice la laicità dello Stato». Parlare di identità europea, ha precisato Tajani, «non significa rivendicare una supremazia, ma promuovere i valori dell’Unione europea in un mondo che appare sempre più instabile».

«Milioni di poveri interpellano la nostra responsabilità di governo», ha detto a sua volta il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, salutando il Papa. I trattati di Roma, per Gentiloni, «sono stati uno dei passaggi più importanti della storia comune europea, che segnarono l’inizio di un percorso che non si è mai fermato». «Alla vigilia» della commemorazione del 60° dei Trattati di Roma, ha fatto notare Gentiloni, «il terrorismo di nuovo ha colpito l’Europa, a Londra, con un attacco diretto a uno dei luoghi più importanti della storia e della cultura europea: il Parlamento britannico». Eppure, ha proseguito il premier italiano, «l’Unione europea ha trovato la forza di reagire», come ha fatto dopo tutti gli altri attacchi terroristici recenti: «Noi europei – ha affermato Gentiloni – sappiamo cos’è la dignità umana, e oggi sappiamo che la globalizzazione, potente motore di progresso che ha avuto la capacità di strappare centinaia di milioni di persone dalla miseria, ha anche creato squilibri insopportabili». «La Chiesa ha sempre aiutato e incoraggiato il progresso dell’integrazione europea», ha riconosciuto Gentiloni: «L’Unione europea non deve essere un’Unione di parametri numerici, ma un’Unione dei valori, degli esempi morali, delle idea», in quella che Papa Francesco ha definito «non un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca».