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Ue: presidenza italiana, in agenda rilancio industria, ricerca, esteri

(Sir Europa - Bruxelles) - La presidenza di turno italiana dell’Unione europea sta preparando una settimana intensa di appuntamenti. Nell’agenda figurano dal 21 al 25 luglio numerosi eventi fra cui le audizioni dei ministri del governo Renzi al Parlamento europeo, la riunione informale dei ministri dell’industria, ricerca e competitività a Milano, il Consiglio affari generali ed esteri a Bruxelles.

La rinascita dell’industria manifatturiera europea sarà al centro della riunione informale del Consiglio competitività, fissato a Milano il 21 luglio. “L’industria manifatturiera europea ha perso negli ultimi anni sempre più valore aggiunto passando dal 20 all’attuale 15% del prodotto interno lordo – spiega una nota della presidenza -, con una tendenza a perdere ulteriormente quota. Obiettivo del semestre italiano è quello di riportare di nuovo al 20% entro il 2020 la creazione di valore del settore industriale rispetto alla ricchezza prodotta nel Vecchio continente”.

I lavori, che si tengono al Centro congressi della Fiera di Milano, prevedono nella giornata di lunedì gli interventi, tra gli altri, del neo-commissario europeo Ue all’industria, Ferdinando Nelli Feroci, del ministro dell’economia maltese Christian Cardona, del vice premier lussemburghese Etienne Schneider e del segretario di Stato agli affari economici tedesco Rainer Baake.

Sulle infrastrutture per la ricerca si concentrerà invece il Consiglio competitività il 22 luglio, questa volta alla presenza dei ministri Ue per la ricerca. Nello stesso giorno a Bruxelles il governo italiano presiederà il Consiglio Affari esteri. Al Parlamento europeo, invece, ministri italiani incontreranno le commissioni parlamentari: il primo sarà il titolare dell’economia e delle finanze, Carlo Padoan, che discuterà i programmi dei prossimi mesi con la commissione Problemi economici e monetari. A seguire gli altri titolari di dicastero che, secondo i Trattati Ue, presiedono in questa seconda metà dell’anno il Consiglio dei ministri dell’Unione europea.