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Olimpiadi, toscani da record

di Gianluca della MaggioreAtene 2004. La nostra regione davanti a nazioni come Norvegia, Olanda, Brasile, Svezia, Spagna, Canada. Suona quasi come una toscanaccia burla ma è pura realtà. La piccola Toscana nel medagliere delle Olimpiadi appena trascorse si classifica al 16° posto virtuale precedendo grandi nazioni di radicate tradizioni sportive.6 ori, 3 argenti e 7 bronzi, (contando anche gli atleti degli sport a squadre come calcio, basket e pallanuoto) sono un bel bottino.

Ubriacandoci con i numeri si potrebbe scoprire che nella nostra regione si è vinto una medaglia all’incirca ogni 220 mila abitanti. Mantenendo questo rapporto popolazione-medaglie gli Stati Uniti avrebbero dovuto portare a casa più di un migliaio (ne hanno vinte «appena» un centinaio), la Cina addirittura più di 4 mila.

Numeri, supposizioni, puri esercizi mentali senza nessuna velleità sociologica e scientifica, ma che riescono a chiarire con smaccata crudezza la portata dell’impresa degli atleti toscani.

Ma dove sta il segreto di questo exploit? «Nessun segreto – ci dà la sua versione il fiorentino Andrea Benelli, incredibile oro nel tiro a volo che scoviamo, a nemmeno tre giorni dalla chiusura delle Olimpiadi, a sparare al campo di tiro –. Abbiamo vinto le medaglie in discipline che nella nostra regione hanno grossa tradizione. Il risultato è indubbiamente importante ma è bene far presente che da noi nella scherma, nel ciclismo, e nel tiro – le discipline dalle quali provengono la maggior parte delle medaglie toscane – esistono da tempo grandi maestri». Benelli sembra trasferire il suo irreprensibile aplomb di gara, che gli fa centrare piattelli con la facilità di chi mangia patatine, anche nella valutazione delle medaglie toscane. 13 medaglie? Facile come colpire un piattello. «Beh, non proprio – corregge il tiro Benelli – in realtà credo che i toscani sappiano tirar fuori il meglio di sé quando ci sono condizioni ambientali particolari. Ad Atene, la terra genitrice delle Olimpiadi, le motivazioni si sono moltiplicate automaticamente».

A letto, con una febbre che è il segno più tangibile della fatica che ha affrontato per agguantare la terza medaglia in 3 Olimpiadi, ci risponde anche la grossetana Alessandra Sensini (bronzo ad Atlanta 1996, oro a Sidney 2000, bronzo ad Atene 2004 nella vela classe Mistral): «Per me un segreto nei toscani esiste – dice con convinzione – è il nostro carattere duro ma genuino, una qualità che nello sport funziona molta bene». E poi aggiunge un’altra componente da non sottovalutare: «La Toscana gode di una posizione geografica invidiabile: essendo al centro dell’Italia usufruisce di un clima ottimo che permette la pratica delle più svariate discipline sportive».

Ma c’è un ulteriore elemento che contraddistingue i toscani e li rende riconoscibili sui campi di gara: la «cattiveria agonistica». A definirla così è il livornese Luca Agamennoni, che alla vigilia i bookmaker non sapevano neanche chi fosse e che in Grecia è riuscito invece a strappare un bronzo insieme ai suoi tre compagni Porzio, Dentale e Leonardo nel «4 senza» di canottaggio: «Sì – conferma –, la cattiveria agonistica penso sia la nostra caratteristica vincente. Io partivo da riserva, sono stato sempre nelle retrovie, ma ad Atene, appena mi si è presentata l’occasione, ho tirato fuori tutta la cattiveria che avevo dentro per raggiungere un risultato insperato».Sia chiaro, niente di realmente «cattivo».

Chiamiamolo «pugnace spirito agonistico». Vengono a mente gli incredibili urli dopo ogni stoccata dell’altro livornese Aldo Montano, autore di un autentico capolavoro sportivo, che ha rinnovato la tradizione olimpionica familiare, con un oro individuale e un argento a squadre nella sciabola.

E proprio a Livorno sembra sgorgare una vena aurifera sportiva che, in questa Olimpiade, non ha pari in Italia. Un vero e proprio Pozzo di San Patrizio. «Sinceramente non ce lo aspettavamo neanche noi – confessa Gino Calderini, presidente del CONI provinciale di Livorno –. Nutrivamo grandi speranze sui ragazzi che avrebbero partecipato alle Olimpiadi, ma mai avremmo pensato di raggiungere questi risultati. Soprattutto la prima giornata di gare è stato un vero momento di gloria per la nostra città: le prime due medaglie d’oro italiane sono proprio state vinte da due livornesi». Già, Paolo Bettini e Aldo Montano, vincitori con la sponsorizzazione dell’illustre concittadino Carlo Azeglio Ciampi. Che il segreto dei livornesi stia tutto nella vampata di orgoglio che contagia ogni livornese nel vedere un suo concittadino sulla poltrona più alta dello Stato? Può darsi. Ma non solo. Anche qui i numeri vengono in soccorso e parlano di una città che ha lo sport nel suo dna. Una statistica di qualche tempo fa parlava di Livorno come la decima città del mondo per numero di medaglie vinte dai propri atleti in competizioni internazionali, ed inoltre è la seconda città d’Italia per numero di impianti sportivi in rapporto alla popolazione. Allora le 6 medaglie della provincia di Livorno forse non sono proprio un caso: 1 medaglia ogni 54.000 abitanti. Con questo rapporto gli Stati Uniti avrebbero dovuto raggiungere 5.365 medaglie…

Pisa, il derby delle medagliedi Alessandro BantiPisa batte Livorno 3 a 2. Non è il risultato dell’ennesimo celeberrimo derby di calcio ma di un derby di medaglie alle Olimpiadi di Atene tra i fiorettisti pisani Salvatore Sanzo e Simone Vanni e lo sciabolatore livornese Aldo Montano. Sì, perché se nella prova individuale Vanni, vittima di una polmonite, era uscito già nei quarti di finale e Sanzo si era dovuto «accontentare» dell’argento contro il francese Guyart, ma i due si sono rifatti nella prova a squadre con l’aiuto del bresciano Andrea Cassarà. Una finale entusiasmante e tiratissima contro la Cina chiusa proprio da «Toti» Sanzo sul 45 a 42.

Lo schermidore pisano non era in buone condizioni fisiche, vittima di un guaio muscolare accusato nei quarti di finale e ha dovuto penare più del previsto vedendosi rimontare sette punti dal cinese Dong da 42 a 35 fino al 42 pari. A quel punto Simone Vanni è salito in pedana a incoraggiare l’amico Toti. Poi uno scaramantico cambio di fioretto («Mi portava sfortuna, era lo stesso con cui avevo perso la finale individuale» ammetterà a fine gara) e tre stoccate in rapidissima successione che hanno deciso la finale.

Certo non si tratta di una sorpresa, i nostri avevano già vinto il Mondiale all’Avana l’anno scorso battendo ancora la Cina in finale, ma l’oro olimpico (che l’Italia non vinceva a squadre da venti anni) è la conferma di una scuola pisana guidata dalla famiglia Di Ciolo, il padre Antonio e il figlio Enrico, che già conquistò l’oro otto anni fa ad Atlanta con Alessandro Puccini, anche lui pisano.

Sul podio hanno cantato l’Inno di Mameli a squarciagola con la maglia neroazzurra della squadra del cuore sulle spalle.Sanzo, cresciuto nel Pisascherma con il maestro Di Ciolo ma attualmente in forza alla Fides di Livorno, è particolarmente sensibile al tema del derby e nel fare i complimenti al «cugino» Montano gli ha ricordato delle tre medaglie targate Pisa contro le due di Livorno. Ha ricordato anche una vignetta apparsa dopo la finale della gara individuale persa contro Guyart che faceva dire al presidente Ciampi «Ha perso in finale? Tanto è pisano…» e ha dichiarato: «Adesso spero che non gli scocci che due pisani abbiano vinto la medaglia d’oro». Ovviamente Ciampi era tutt’altro che scocciato e ha chiamato Petrucci per complimentarsi… Pisa ha accolto il rientro dei suoi campioni con una marea di persone all’aeroporto Galilei per poi riservare loro due celebrazioni organizzate da Comune, Provincia e Università di Pisa (i due olimpionici sono anche studenti universitari) che si concluderanno con il bagno di folla organizzato dal Pisa Calcio durante l’amichevole tra Pisa e Siena di questa domenica 5 settembre all’Arena Garibaldi stadio Romeo Anconetani che i due frequentano assiduamente come tifosi. Con una certezza: che di queste feste ce ne saranno ancora. Antonio Di Ciolo pensa già a Pechino e sogna una finale tutta italiana con i suoi pupilli Sanzo e Vanni a contendersi l’oro all’ultima stoccata.Il nostro medagliere OROAndrea Benelli, tiro a voloPaolo Bettini, ciclismoElena Gigli, pallanuotoAldo Montano, sciabolaSalvatore Sanzo, fioretto a sq.Simone Vanni, fioretto a sq. ARGENTOMassimo Bulleri, basketAldo Montano, sciab. sq.Salvatore Sanzo, fioretto BRONZOLuca Agamennoni, canottag.Lorenzo Bertini, canottag.Jury Chechi, anelliAndrea Barzagli, calcio Giorgio Chiellini, calcio Simone Del Nero, calcioAlessandra Sensini, vela

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