Toscana
Extracomunitari irregolari, quel Centro che nessuno vuole
E tra gli «incommoda» bisogna annoverare anche il Centro di permanenza temporanea che nella nostra regione ancora non c’è. «Tutte le istituzioni, Regione e Comuni ammonisce il prefetto di Prato Giuseppe Badalamenti devono mettersi la mano sulla coscienza». I due prefetti, che parlano a nome di tutti i colleghi della Toscana, non si fanno troppi scrupoli diplomatici. La questione affermano la poniamo con determinazione da tempo, senza risposte da parte degli enti locali. «Il problema continua Badalamenti è che nessuno vuole il centro sul proprio territorio».
Per Lombardo è come per gli inceneritori o le antenne dei telefonini: tutti li usiamo ma nessuno vuole l’impianto vicino a casa. «Non possiamo governare il fenomeno con efficacia se non possiamo contare su questa struttura nel territorio regionale», soggiunge Badalamenti. I due prefetti spiegano che stabilmente le Forze dell’Ordine devono distrarre personale per accompagnare i clandestini non identificati presso i centri di accoglienza sparsi per l’Italia che hanno disponibilità di posti. Sono giorni di lavoro ed energie sottratti, per esempio, al controllo del territorio. «Qui non è questione di destra o di sinistra tiene a specificare il prefetto di Firenze visto che i centri di permanenza sono stati introdotti dalla legge Turco-Napolitano».
Intanto i prefetti annunciano l’istituzione degli sportelli unici per l’immigrazione, nuovi uffici creati dalla sinergia tra Prefetture, Questure e Uffici del lavoro. Dovrebbero facilitare l’evasione delle pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno e di ricongiungimento familiare. Nella Provincia di Firenze, per snellire ulteriormente il lavoro, sono state sottoscritte delle convenzioni con i Comuni più popolosi.