Toscana

Firenze. Prostituzione, Biffoni a Nardella: ok a intese comuni

Punire i clienti per contrastare lo sfruttamento della prostituzione: Firenze e Prato potrebbero trovare la quadra di un’intesa buona per tutta l’area. «Dobbiamo fare un lavorone, di fino», spiega il sindaco di Prato Matteo Biffoni a margine dell’assemblea regionale di Anci Toscana, di cui è presidente. Partendo dalle rispettive differenze. A Firenze, infatti, da metà settembre è in campo un’ordinanza in cui è prevista la denuncia e una multa fino a 206 euro. A Prato, invece, con regolamento approvato nel 2012 e poi modificato nel 2014, molto prima quindi del decreto Minniti e della discussione accesa dalla mossa di Palazzo Vecchio, la lotta alla domanda, alla clientela, passa da una multa da 400 euro e il sequestro dell’auto. «Si tratta di un regolamento stringente e di un deterrente importante, che ha dato un bel colpo» al problema.

Anche perché «non so se sia peggio la denuncia o il tornare a casa a piedi, un’esperienza credo bruttina». Il tema politico, tuttavia, è l’uniformità di azione tra territori contigui. E Biffoni, su questo versante, è pronto a tendere una mano a Firenze e al suo sindaco, Dario Nardella. «Ho chiesto a Dario di mandarmi l’ordinanza e tutta la documentazione per vedere gli accorgimenti tecnici utilizzati. Se le cose funzionano bene si copiano tranquillamente». Non sarebbe più utile ed efficace uniformare la risposta, mettere in campo azioni che oltrepassino i confini comunali? «Sì, su questo sono d’accordissimo», apre Biffoni. «Con la Minniti poi, che ci permette di avere strumenti nuovi, almeno in ambiti omogenei si può trovare il punto». Un discorso che «vale per Prato, Firenze e tutti i Comuni che si trovano nel mezzo». Tutto tenendo conto delle specificità delle varie realtà: «A Prato, per esempio, abbiamo problemi di diverso genere, come gli appartamenti dei cinesi o i centri massaggi più che le criticità su strade e viali».