Vita Chiesa

Anglicani, dibattito aperto nella Chiesa inglese sulle donne vescovo

Si chiama «Not fit for purpose», ovvero «Non adatto allo scopo», l’opuscolo che il gruppo evangelico «Reform» e quello anglocattolico, da sempre contrari all’ingresso delle donne nella gerarchia anglicana della Chiesa di Inghilterra, hanno inviato a tutti i membri del Sinodo per chiedere loro di votare contro la legislazione che dovrebbe dare il via alle donne con la mitra il prossimo 20 novembre. La legislazione deve essere approvata dai due terzi di ciascuna delle case del Sinodo, che raccolgono vescovi, pastori e laici, per essere definitiva. «Ci viene chiesto di dire sì senza che la legge contenga delle misure per accomodare chi non è a favore», spiega Martin Dales, che rappresenta gli anglicani che da sempre vogliono tornare alla Chiesa cattolica, contrari a qualsiasi decisione che allontani ancora Canterbury da Roma. «Certo, si dice che nel codice che seguirà alla legislazione vi sarà la garanzia che verremo seguiti da un vescovo uomo, ma di questo, per il momento, non c’è alcuna certezza». Secondo Dales era molto più soddisfacente il compromesso che venne trovato nel 1994, al momento dell’ordinazione delle donne pastore, quando alle parrocchie che non erano d’accordo vennero garantiti i cosiddetti «flying bishops», «Vescovi volanti» uomini, chiamati così perché non hanno una diocesi ma si spostano in diocesi diverse per seguire le chiese a loro affidate.

«Non è chiaro perché una soluzione simile – dice ancora Dales – non possa essere trovata adesso e non possa essere contemplata nella legislazione che verrà votata tra quindici giorni». Alla vigilia del Sinodo generale, che si terrà a Londra dal 19 al 21 novembre, non è ancora chiaro che cosa succederà. L’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams ha lanciato negli ultimi giorni una campagna intitolata «Enough waiting», ovvero «Basta aspettare» per convincere i membri del Sinodo ad approvare la legislazione per ordinare le donne vescovo evitando così uno spettacolo di divisione davanti al mondo che rischia di rimettere la chiesa al punto di partenza. Diversi vescovi hanno pubblicato messaggi video nei quali avvertono i membri del Sinodo che un no alla legislazione sarebbe un «disastro». Per Christina Rees, che si batte da sempre a favore delle donne vescovo, la legislazione verrà approvata, perché gli evangelici contrari all’ordinazione delle donne, insieme agli anglocattolici, formano circa il 16% della Chiesa, mentre tra l’85% e il 90% dei membri del Sinodo è a favore. «Esiste sufficiente garanzia per chi è contrario alle donne nella legislazione che verrà votata», spiega Christina Rees, «perché’ le parrocchie che si oppongono potranno scegliere, insieme al loro vescovo donna, un uomo che le segua».