Vita Chiesa

CARD. MARTINI: CARD. SCOLA, «NON SI È DILEGUATO IN UN CIELO REMOTO E INACCESSIBILE»

«Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me»: riprendendo questo passo del Vangelo di Luca, il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha iniziato la sua omelia nelle esequie del card. Carlo Maria Martini, la cui «lunga vita», ha osservato il porporato, «è specchio trasparente di questa perseveranza, anche nella prova della malattia e della morte». «Per lui – ha aggiunto il card. Scola – è pronto un regno come quello che il Padre ha disposto per il Figlio Suo, l’Amato. Il fatto che non sia un luogo fisico, a nostra misura, non ci autorizza a ridurre il paradiso a una favola. Il card. Martini, che ha annunciato e studiato la Risurrezione, l’ha più volte sottolineato». Perciò, «il nostro cardinale Carlo Maria, tanto amato, non si è quindi dileguato in un cielo remoto e inaccessibile». Piuttosto, «egli, entrando nel Regno, partecipa del potere di Cristo sulla morte ed entra nella comunione con il Dio vivente».

«Il card. Martini non ci ha lasciato un testamento spirituale, nel senso esplicito della parola. La sua eredità è tutta nella sua vita e nel suo magistero e noi dovremo continuare ad attingervi a lungo», ha detto ancora il card. Angelo Scola. «Affidare al Padre questo amato pastore – ha proseguito – significa assumersi fino in fondo la responsabilità di credere più che mai in questo Anno della fede e la responsabilità di testimoniare il bene della fede a tutti. Ci chiede il nostro amato cardinale di diventare, con lui, mendicanti di Cristo». Secondo il card. Scola «questo è il grande lascito del cardinale Carlo Maria: davvero egli si struggeva per non perdere nessuno e nulla. Egli, che viveva eucaristicamente nella fede della risurrezione, ha sempre cercato di abbracciare tutto l’uomo e tutti gli uomini. E lo ha potuto fare proprio perché era ben radicato nella certezza incrollabile che Gesù Cristo, con la Sua morte e risurrezione, è perennemente offerto alla libertà di ognuno». Nel suo ministero il card. Martini ha riversato, tra l’altro, «disponibilità all’accoglienza di tutti, sensibilità ecumenica e al dialogo interreligioso, cura per i poveri e i più bisognosi, ricerca di vie di riconciliazione per il bene della Chiesa e della società civile». (Sir)