Toscana
Un’oasi per la fauna europea nel bel mezzo del Casentino

Elisabetta in pratica è nata con lo zoo, le sue prime foto la ritraggono a fianco degli animali del parco, con i quali ha speso gran parte della sua vita, e cerca così di spiegarci il suo amore per loro: «Definirei questo parco come l’esperienza di mezzo fra gli animali selvatici come si vedono nei documentari e quelli che se ne stanno sacrificati negli zoo tradizionali. Testimonia e vuol trasmettere agli altri la grande passione dei miei, in particolare del babbo che ha fatto tutto questo iniziando praticamente da solo».
Il parco ha fini ecologici, culturali, didattici e faunistici. Non solo consente una verifica diretta degli studi che gli alunni eseguono sui testi di zoologia, ma dà soprattutto «La possibilità di provare gli impulsi sentimentali che i libri non potranno mai dare. Io che come i miei familiari non saprei uccidere una gallina ma nemmeno schiacciare un ragno l’ho sempre vissuta come l’espressione più autentica del rispetto per la Natura». Non è un caso che dentro il parco zoo sia stata eretta da subito prima del bar ristorante, dell’area-giochi e degli altri servizi una cappella, dedicata a S. Francesco, che all’entrata reca la scritta «Laudato sii, mio Signore, con tutte le tue creature».
Lo spirito di Francesco non è presente solo sul monte della Verna che sovrasta la valle: lo si ritrova anche nello sguardo attento del lupo che dal poverello di Assisi fu ammansito, nelle evoluzioni degli uccelli coi quali parlava il Santo di tutte le creature. Il parco zoo non è un’arca di Noè, ma la fauna del nostro continente vi si trova tutta rappresentata: ci sono gli orsi e le aquile, i bufali e la lince, specie diffuse anche in Casentino come i cervi o animali a rischio di estinzione come i somarelli sardi dell’Asinara. «In questi anni abbiamo accolto tantissimi visitatori, svolgendo anche una funzione importante per lo sviluppo del turismo in Casentino».
I turisti vengono un po’ da tutta Italia ma in particolare dalle regioni del centro. «I periodi di punta? A primavera, in luglio e agosto, ma anche a Natale. Noi siamo aperti tutto l’anno». Momenti difficili ce ne sono stati, basta ricordare la grande nevicata del 1978 che mise a rischio la sopravvivenza stessa della struttura e la vita di molti animali. Ma il futuro porterà alcune novità positive, come una nuova area didattica per le scolaresche o i gruppi, e un’iniziativa importante di apertura alle comunità locali: «È vero», conclude Elisabetta. «Domenica 6 marzo all’interno dello zoo sarà organizzato il campionato italiano di corsa campestre Aics. Aspettiamo tanta gente, li accoglieremo nelle nostre strutture. Correre è bello, ma speriamo davvero di trasmettere ad ognuno dei partecipanti il rispetto e l’amore per la Natura che il parco zoo ha nel suo Dna.
Da Arezzo: direzione Bibbiena e poi Poppi – distanza circa 35 km.
Da Camaldoli: Strada Provinciale di Camaldoli, direzione Poppi – distanza circa 15 km.
Da La Verna: S.S: dello Spino, direzione Bibbiena – distanza circa 30 km.
In treno: ferrovia Arezzo-Pratovecchio-Stia – stazione di Poppi (circa 40 min. da Arezzo)
Il parco si trova a Poppi (Ar). Prenotazioni e informazioni al n. 0575-504541 o 0575-504542; sito internet: www.parcozoopoppi.it/ .