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Genova, crollo viadotto. Sottosegretario Rixi: si dovrà smantellare tutto, tempi saranno lunghi

Un ferito, racconta Rixi, «lo stanno recuperando da un’auto che è rimasta sospesa sul ponte», dice. «È chiaro che è la più importante tragedia che si è verificata su un ponte in Europa negli ultimi decenni, sono coinvolte almeno una ventina di auto, quindi purtroppo il bilancio è destinato ad aggravarsi. Tra l’altro sono state coinvolte anche persone che sotto quel ponte ci lavorano, prosegue Rixi. In queste ore, aggiunge, «bisogna capire cosa è successo, ci saranno stati sicuramente dei problemi dovuti alla calamità, ma è impensabile che nel 2018 un ponte di questa importanza possa venire giù in questa maniera». Per fortuna, «non sono state coinvolte le abitazioni civili, che in parte sotto il ponte e che sono state fatte sgomberare». è stata coinvolta anche la linea ferroviaria e «per fortuna qui si è evitata la tragedia perché non transitava alcun coinvoglio», ma la Liguria, sottolinea, rimane divisa a metà. «Ieri con le code da esodo, ci sarebbe stato numero maggiore di vittime», e comunque «cose come queste non si possono più ripetere, bisogna mettere mano alle opere, tra cui questo ponte che, evidentemente ha avuto un cedimento». E anche «capire se ci sono responsabili».

A chi gli chiede come fossero le condizioni del ponte, il viceministro risponde: «Penso che fossero di sicurezza, si stavano facendo dei lavori e la campata sui quali si stavano facendo è ancora in piedi». Di certo, però, «da tempo si parlava di questo ponte e lo si monitorava e probabilmente si doveva intervenire prima e in maniera più drastica sui prigetti alternativi anche per dirottare il traffico». Ora, va avanti Rixi, «è chiaro che col senno di poi è facile ragionale, ma un crollo di questa portata non è accettabile».

Chi abita a Genova, tra l’altro, «questo ponte lo percorre due volte al giorno e non è accettabile che non abbia le caratteristiche per evitare un crollo di questo tipo». Se ci sono delle mancanze «che siano punite, non si può vivere in questo paese con opere degli anni Cinquanta», sottolinea ancora. Infine, alla domanda sulle opere in generale, Rixi replica che «bisogna fare quelle che servono al paese, ma ponti e strade e viadotti devono essere in condizione adeguate di sicurezza».

La gronda autostradale, quella che avrebbe deviato parte del traffico dal ponte Morandi, «poteva essere aperta alla fine degli anni ottanta ed è passata andare al Cipe qualche mese fa. Quindi bisogna fare le opere in tempi brevi e non lasciare lì le sutuazioni perché nessuno ha il coraggio di decidere», è la chiosa.