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MEDIO ORIENTE, ATTENTATO A BEER SHEBA, DOPO IL RITIRO TORNA LA PAURA

“Se l’ondata terroristica contro i cittadini israeliani proseguirà, c’è da temere che il ritiro da Gaza non porterà da alcuna parte e che le speranza di pace saranno deluse” lo ha detto alla radio militare israeliana il ministro degli Esteri di Tel Aviv Silvan Shalom, sottolineando che se “non saranno smantellate le organizzazioni terroristiche palestinesi” non sarà possibile un ritorno alla ‘road map’. La dichiarazione di Shalom giunge all’indomani dell’attentato suicida a Beer Sheba, nella regione del Neghev, avvenuto pochi giorni dopo la conclusione dello sgombero delle colonie israeliane nella striscia di Gaza e in parte dalla Cisgiordania. Un uomo si è fatto esplodere ieri nell’aerea di un’affollata stazione di autobus provocando una cinquantina di feriti, in gran parte lievi tranne due agenti della sicurezza che versano ancora in condizioni gravi. La strage è stata evitata grazie a un autista che insospettitosi ha impedito all’uomo di salire su un autobus e ha avvisato la sicurezza: il kamikaze si è fatto esplodere all’avvicinarsi due agenti, provocando la propria morte. L’attentato è stato rivendicato dalle Brigate dei Martiri Al-Aqsa e dalle Brigate Al-Quds della Jihad islamica.

Il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmud Abbas, ha condannato quello che ha definito “un atto terroristico” e ha nuovamente fatto appello al rispetto della tregua formale in vigore dall’inizio dell’anno, ricordando che è nell’interesse di entrambe le parti e del processo di pace. Durante le operazioni di ritiro israeliano da parte dei territori Palestinesi, i vertici di Hamas (fondatori e dirigenti, insieme per la prima volta) annunciarono il proseguimento della lotta armata nonostante il disimpegno di Tel Aviv.Misna