Vita Chiesa
Una sposa di nove anni
Saliva la scalinata che porta al castello come se fosse una piccola star, si sentiva al centro dell’attenzione, si muoveva come se tutti dipendessero da lei e in realtà tutti dipendevano da lei. La madre continuava a dirle di stare attenta al vestito, il padre la fermava quando riteneva che, per la foto, l’inquadratura fosse quella giusta, i cuginetti le giravano intorno per farle festa. Io osservavo. La bambina era felicissima, almeno così sembrava.
Lo potevano ripetere anche per la recita a scuola, per qualsiasi altra esibizione. Ma Ilaria ha fatto la prima comunione. Dove è quel Gesù che ha ascoltato? Dove è quel Gesù che ha mangiato? Dove è quel Gesù a cui vuole bene?
Ecco che cosa avrebbe dovuto fare Ilaria aiutata da genitori e cuginetti.
Non voglio certo distruggere il vestito della prima comunione. Sto solo dicendo che quel vestito è una bella opportunità di comunione. Non dico di non fare le foto, dico semplicemente che nel giorno della prima comunione devono essere foto di comunione. Vorrei concludere con un invito. Ogni famiglia, che già con impegno si preoccupa degli invitati e del pranzo, cerchi un luogo privilegiato dove portare i figli per far vivere il giorno della prima comunione. Solo così quella fede, anche se ancora infantile, manifestasi con la piena partecipazione alla Eucarestia, in chiesa, trova la sua continuità nella vita e nella realtà di ogni giorno.