Vita Chiesa

Papa Francesco: udienza, “chi non ama il fratello non prega seriamente”

“Il buon pastore resta fedele anche davanti alla constatazione del peccato della propria gente: continua ad essere padre anche quando i figli si allontanano e lo abbandonano” ha affermato Papa Francesco. “Persevera nel servizio di pastore anche nei confronti di chi lo porta a sporcarsi le mani; non chiude il cuore davanti a chi magari lo ha fatto soffrire”, ha proseguito Francesco: “La Chiesa, in tutte le sue membra, ha la missione di praticare la preghiera di intercessione, intercedere per gli altri. In particolare ne ha il dovere chiunque sia posto in un ruolo di responsabilità: genitori, educatori, ministri ordinati, superiori di comunità… Come Abramo e Mosè, a volte devono ‘difendere’ davanti a Dio le persone loro affidate”. “Si tratta di guardarle con gli occhi e il cuore di Dio, con la sua stessa invincibile compassione e tenerezza”, ha spiegato il Papa.

Gesù  è il nostro intercessore, e pregare è un po’ fare come Gesù, è intercedere in Gesù al Padre, per gli altri”. Lo ha detto, a braccio, il Papa. “Cristo davanti al Padre è intercessore per noi, prega facendo vedere al Padre le piaghe nelle sue mani”, ha spiegato ancora a braccio Francesco: “Quando preghiamo siamo in sintonia con la misericordia di Dio. In sintonia con il cuore di Dio, con la misericordia di Dio: questo è la preghiera”. “Nella solitudine ci si separa da tutto e da tutti per ritrovare tutto e tutti in Dio”, ha ricordato il Papa: “Così l’orante prega per il mondo intero, portando sulle sue spalle dolori e peccati. Prega per tutti e per ciascuno: è come se fosse un’antenna di Dio in questo mondo. In ogni povero che bussa alla porta, in ogni persona che ha perso il senso delle cose, chi prega vede il volto di Cristo”. “Alla preghiera sta a cuore l’uomo. Semplicemente l’uomo”, ha detto Francesco: “Chi non ama il fratello non prega seriamente. Chi non ama, non può pregare, perché manca lo Spirito e l’amore”. “Nella Chiesa, chi conosce la tristezza o la gioia dell’altro va più in profondità di chi indaga i massimi sistemi”, ha garantito il Papa: “Per questo motivo c’è un’esperienza dell’umano in ogni preghiera, perché le persone, per quanto possano commettere errori, non vanno mai rifiutate o scartate”.