Cultura & Società

Museo della deportazione di Prato: in 85 mila perché la storia non si ripeta

«Sviluppare lo sguardo internazionale che già caratterizza il lavoro della fondazione». È questo il motto che guiderà il lavoro del Comitato alla cui guida c’èlo storico Marco Palla, profondo conoscitore delle vicende della Toscana occupata dai nazisti e della strage di Sant’Anna di Stazzema. Sarà stretta la collaborazione con Aurora Castellani, presidente della Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza e Camilla Brunelli, che dirige il museo e il centro di documentazione dalla sua nascita.

«Questa è una fase in cui c’è da investire ancora di più nella trasmissione della memoria e nella didattica per questo abbiamo chiesto, con determinazione, che entrassero a far parte del comitato scientifico alcuni tra i più importanti studiosi italiani che ringraziamo per la disponibilità – sottolinea Aurora Castellani – la Fondazione ha fatto una scelta di crescita per lavorare di più e meglio, del resto siamo a un passaggio cruciale perché stanno scomparendo molti testimoni diretti e c’è la necessità di salvaguardare i messaggi preziosi che ci hanno affidato».

«Al nostro museo il Giorno della memoria è tutti i giorni –  osserva la direttrice Camilla Brunelli –  facciamo l’impossibile per stimolare l’intelligenza emotiva degli studenti in visita. Infatti, solo la conoscenza dei fatti, complessi ma da studiare in modo approfondito, unita all’emozione che sopravviene inevitabilmente quando si apprende cosa hanno subito anziani, uomini, donne e bambini vittime dei crimini del nazifascismo, può contribuire in modo efficace alla crescita culturale e civile dei cittadini».

Il comitato scientifico, con quello di Marco Palla, vede l’impegno di storiche e storici di altissimo profilo, come Frediano Sessi, il maggiore esperto della storia del campo di Auschwitz in Italia, il berlinese Klaus Voigt, profondo conoscitore della storia italiana durante al seconda guerra mondiale. E poi Marta Baiardi, esperta della Shoah, Dianella Gagliani, studiosa della storia dell’opposizione politica e culturale al fascismo, Nicola Labanca, che ha approfondito tra l’altro l’espansione coloniale italiana in Africa e l’internamento in Germania dei militari italiani e Annalisa Marchi, esperta di didattica della storia. Il comitato scientifico affiancherà il lavoro del personale del museo e del consiglio di amministrazione, rinnovato nel novembre scorso.

La storia del Museo – Inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile opera dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati sezione di Prato) e al Comune di Prato. È una delle poche strutture in Italia a essere interamente dedicata alla conservazione della memoria della deportazione e di quanti persero la vita nei campi di concentramento e di sterminio nazisti e nelle lotte di Resistenza e Liberazione dal nazifascismo.

Nel 2008 è diventato Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana e nel 2012 ha avuto il riconoscimento di Museo di rilevanza regionale. Il socio di maggioranza è il Comune di Prato, ma nel CDA siedono tutti gli altri Comuni della provincia di Prato, ANED e ANPI di Prato e la Comunità Ebraica di Firenze. I componenti del nuovo CDA sono la presidente Aurora Castellani, Luca Squillante (Comune Prato), Riccardo Cammelli (Provincia Prato), Claudio Maestripieri (Comune Cantagallo), Stella Spinelli (Comune Carmignano), Valentina Vespi (Comune Montemurlo), Sara Di Palma (Comune Poggio a Caiano), Federica Pacini (Comune Vaiano), Barbara Di Sciullo (Comune Vernio), Ivano Cappelli (ANED), Angela Riviello (ANPI) e Renzo Bandinelli (Comunità Ebraica Firenze).

TUTTE LE ATTIVITÀ DEL MUSEO

Il percorso nel museo è concepito come un viaggio in un campo di concentramento e di sterminio nazista, quel percorso di sofferenza e di morte compiuto da milioni di donne e di uomini, arrestati per motivi «razziali», politici o di «igiene sociale», vittime del progetto nazista attuato durante il secondo conflitto mondiale.

Con i miei occhi. Voci e volti di superstiti dei campi di concentramento e sterminio nazisti, è un percorso audiovisivo realizzato grazie al contributo dell’Unione Europea. Sette postazioni video con audio in cuffia con le storie dei testimoni dei lager nazisti: ebrei sopravvissuti al genocidio e deportati politici prevalentemente toscani, ma anche sinti e rom, omosessuali e testimoni di Geova.

In una prima sala sono esposti pannelli di carattere storico con schede, documenti e cartine sul sistema concentrazionario nazista, sull’organizzazione interna del lager, sulla deportazione dall’Italia e dalla Toscana. Nella seconda sala del Museo, con un suggestivo allestimento scuro di forte impatto, si introduce il visitatore al contatto con la realtà e i simboli del campo di sterminio.

Gli oggetti esposti possiedono un indubbio valore di testimonianza e sono illustrati da didascalie con citazioni tratte dalla memorialistica.

Attività del museo e del centro di documentazione – I ragazzi percorrono colpiti e commossi lo spazio espositivo del museo. Seguono con emozione la storia di Roberto Castellani – narrata dal film Luci nel buio di Gabriele Cecconi – da ragazzino indottrinato alla scuola fascista a deportato nel lager nazista.

Il Museo organizza percorsi didattici molto articolati, visite guidate, proiezioni di film/documentari, laboratori di indagine sulle fonti storiche. Inoltre pubblicazioni, iniziative e corsi di aggiornamento per insegnanti sui temi legati prevalentemente al periodo della seconda guerra mondiale, convegni, conferenze, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, mostre temporanee, anche in collaborazione con i maggiori studiosi di storia contemporanea italiani e stranieri. Infine cura iniziative dedicate alla memoria per conto dei fondatori, della Regione Toscana e di altri enti pubblici.

La dimensione internazionale – Fin dal 2008 a Prato si avvicendano ragazzi e ragazze del servizio civile austriaco, grazie al gemellaggio Prato-Ebensee, che dedicano un anno della loro vita alla ricerca sulla memoria. Molto intensi i rapporti con musei affini e luoghi di memoria in Italia e all’estero, soprattutto in Austria e in Germania. Il Museo fa parte, a livello nazionale, sia della rete degli Istituti storici della Resistenza e dell’Età contemporanea (Istituto nazionale Ferruccio Parri) che della rete dei musei e luoghi di memoria (Paesaggi della Memoria). In Europa, dell’Associazione tedesca Gegen Vergessen – für Demokratie (Contro l’oblio – per la democrazia). La guida-catalogo è in lingua italiana, inglese, tedesca e cinese.

Il Giorno e il Treno della Memoria La Fondazione si occupa anche della progettazione di viaggi studio e di attività legate al Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. A partire dal 2009, la struttura è incaricata del coordinamento scientifico e dell’organizzazione del progetto Treno della Memoria per Auschwitz della Regione Toscana e di altri importanti progetti regionali relativi alle politiche della memoria, come il Grande Meeting di studenti (oltre 8000) al Mandela Forum di Firenze.