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Dai messaggini alle e-mail tra pollici blu e cuori pallidi

di Umberto FolenaL’umanità si divide in due: chi ha il pollice blu e chi non ce l’ha. Avete letto bene: pollice blu, non verde. Niente a che fare con tenere vecchine alle prese con begonie e gerani grassi e benestanti, né con nerboruti ex fresatori intenti a disboscare siepi tenaci. Il pollice blu è indice – scusate il bisticcio – di uso medio – e dai – del cellulare a casa, a scuola, sul bus, perfino sull’anulare – basta – per inviare i messaggini, insomma gli Sms o essemmesse che dir si voglia. Schiaccia, pigia e premi, il pollice diventa blu; se non schiacci, pigi e premi ti resta rosa; e così l’umanità si divide in due.

Il pollice blu ha l’occhio lungo – per forza, dovendo decifrare quei caratteri minuscoli sul display del cellulare – e fotografa il pollice altrui, così capisce subito a quale fetta d’umanità appartenete. Stiamo esagerando? Vediamo. Per scrivere Toscanaoggi ho appena premuto 11 volte un tasto anatomico e accogliente, usando ben due polpastrelli; per scriverlo in Smsese devo premere, con il pollicino (non è ancora tumefatto) l’esagerazione di 23 volte tasti aguzzi come sassolini.

Ma perché gli Sms hanno tanto successo? Ai semiologi l’ardua sentenza, di cui invitiamo comunque a diffidare: potrebbero essere pollici blu overage. Già, non solo i teeenager si dilettano nella insensata pratica. Anche i quarantenni che vivono, vestono, parlano come quattordicenni e vanno assai orgogliosi di ciò, con supremo sprezzo del ridicolo. Ma non traccheggiamo. Interrogati in merito, alcuni ragazzonzoli hanno detto: gli Sms sono un amo, io lo getto e vedo se e chi abbocca. Se va bene, uscirò qualche sera con un simpatico pesce. Se no, altri ami solcheranno l’etere e gli ematomi si espanderanno.

Il nostro irrisorio parere è che gli Sms siano l’alfabeto di chi eleva la mediocrità a virtù. Ieri scrivevi lunghe lettere infuocate, torbide di passione, imploranti e bollenti: rischiavi, gettando nella buca della posta non un prudente, filiforme amo, ma la lenza e tutto. Oppure, se inchiodato da timidezza o indecisione, tacevi e ti defilavi, vergognandoti della tua stessa vergogna. Oggi ci sono gli Sms, l’assaggino, il momentino, l’aiutino, l’attimino. I pollici blu hanno il cuore pallido.

Silenzio… parlano i cellulari. La «sms generation»