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Funerali Vittorio Iacovacci: mons. Crociata (Latina), “vittime di una violenza insensata persone che operavano per il dialogo tra nazioni”

“Egli era lì a svolgere un servizio mirato alla sicurezza di chi operava a favore del dialogo tra le nazioni, di iniziative umanitarie di organizzazioni e uomini dedicati a cercare la pace e il benessere degli abitanti di quelle regioni dell’Africa”, ha ricordato mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina, durante l’omelia. “Il senso cristiano di ciò che è accaduto non va cercato lontano, ma nel gesto compiuto da Vittorio e da quelli che sono stati vittime della violenza omicida insieme a lui”.

La violenza che ha portato alla morte di Iacovacci viene paragonata dal presule alla croce di Gesù. Uno sguardo di fede consente di vedere nel “gesto di Vittorio, consapevole del rischio che correva abbracciando questo servizio”, un “valore incommensurabile pur in mezzo al dolore più straziante e inconsolabile”. “Viviamo veramente, ci dice Gesù, e ora anche Vittorio – ha insistito mons. Crociata – non se pensiamo solo a noi stessi, ma se impariamo a metterci al servizio gli uni degli altri”. L’auspicio è che da quanto avvenuto possa generarsi un “movimento di giustizia e di cambiamento nel paese africano in cui la tragedia si è consumata”. E ha concluso: “Tutto questo non ci restituirà Vittorio, ma forse ce lo ridarà in modo nuovo”, per “riprendere un cammino di vita segnato dal suo esempio e dalla comunione con lui che la fede e la grazia di Dio ci assicurano”.

“La morte è sempre una enormità, ma mai quanto lo è quella che avviene con la violenza nei confronti di un giovane che ha messo la sua vita a servizio dello Stato e del bene di altri”.

“La Nazione intera, e non solo la nostra, si è stretta attorno a coloro che sono caduti vittime di una violenza insensata, attorno a Vittorio e alla sua famiglia, al papà e alla mamma, alla sorella, al fratello, alla fidanzata”, ha osservato mons. Crociata nell’omelia, ricordando anche la vicinanza che la famiglia Iacovacci ha avuto in questi giorni dalla parrocchia e da tutta la comunità di Sonnino, dove vivono. “Non tocca a noi spiegare quanto accaduto – ha proseguito mons. Crociata – ma la domanda ci tocca intimamente, se un figlio di questa terra viene massacrato così come siamo stati costretti a vedere fino a poterne solo piangere”. “Le vittime di uno stato di cose profondamente iniquo e violento interpellano soprattutto quelle coscienze e quegli organismi e istituzioni che lo tollerano o lo alimentano”, ha denunciato il vescovo, per una tragedia dai contorni ancora poco chiari.