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La scomparsa di Raffaele Tiscar, cordoglio a Firenze

“Di Lele – scrive Giani – ricordo la serietà e la cultura e quella passione che animava il suo attivismo militante, parte della sua storia, nata in Comunione e Liberazione e nelle cooperative librarie  degli studenti e consolidata poi con gli incarichi sindacali nella Cisl. Una passione e una generosità che ha sempre riversato in tutte gli incarichi che ha ricoperto nella sua lunga carriera: ricordo il pezzo di strada che abbiamo condiviso nel governo della città di Firenze agli inizi degli anni ‘90. Sono vicino  alla famiglia – conclude Giani -, a cui invio un abbraccio”.

Con Raffaele Tiscar se ne va un uomo che conosceva e praticava a tutto tondo il mestiere della politica, la politica intesa come servizio”. Così la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, esprime il suo cordoglio colpita e addolorata per l’improvvisa scomparsa di Raffale Tiscar. “Sono vicina alla famiglia di Lele e mi stringo a loro in un forte abbraccio – prosegue Saccardi – Sindacalista, assessore, capo del personale, manager, capo di Gabinetto, deputato, Tiscar sapeva vedere nell’eclettismo una risorsa da spendere e mettere a disposizione della collettività. Perché era un uomo generoso, dai valori forti e dalle profonde doti umane, consapevole del fatto che fare politica vuol dire ascoltare, comprendere, valutare e decidere”.

Nato a Bari il 4 giugno 1956, giunse in Toscana al seguito del padre militare, prima a Siena poi a Grosseto, e si trasferì successivamente a Firenze nella seconda metà degli anni Settanta, in uno degli appartamenti degli universitari ciellini, per frequentare la facoltà di scienze politiche «Cesare Alfieri».  Affermatosi successivamente come manager in Lombardia, sia a livello privato che pubblico, Tiscar era tornato a Roma nel maggio 2014 chiamato da Matteo Renzi a svolgere il ruolo di vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio, poi nel 2017-2018 come capo di gabinetto al ministero dell’Ambiente allora guidato da Gian Luca Galletti. Attualmente era presidente del Consorzio Erbese Servizi alla Persona ma la cosa a cui più teneva era l’impegno assieme alla moglie come genitori affidatari all’interno dell’esperienza di Cometa, che li aveva portati ad accogliere nel tempo moltissimi bimbi, ultimi i quattro rimasti adesso con Paola.