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PENA DI MORTE, AMNESTY INTERNATIONAL: 20 MILA PRIGIONIERI NEI BRACCI DELLA MORTE, NEL 2005 ALMENO 2.148 ESECUZIONI

Nel mondo oltre 20.000 prigionieri sono oggi rinchiusi nei bracci della morte in attesa dell’esecuzione. Nel 2005 sono state effettuate almeno 2.148 esecuzioni e 5.186 condanne a morte in 53 paesi. Sono i dati diffusi oggi da Amnesty International. Il 94% delle esecuzioni ha avuto luogo in Cina, Iran, Arabia Saudita e Usa. In Cina, che da sola totalizza l’80% delle esecuzioni, sarebbero state eseguite circa 1.770 esecuzioni “ma il numero effettivo potrebbe essere molto più alto”, circa 8.000 ogni anno. Qui si può essere mesi a morte per 68 reati, anche per spaccio di droga, frode fiscale, appropriazione indebita. Nel corso del 2005 in Iran sono stati invece messi a morte almeno 94 prigionieri, perfino 8 minorenni. In Arabia Saudita sono state eseguite almeno 86 condanne. Sono invece 60 le esecuzioni registrate in Usa, più di 1.000 dal 1976. Sono dati “davvero inquietanti”, commenta Irene Khan, segretaria generale di Amnesty international: “La pena di morte rappresenta l’estrema, irreversibile negazione dei diritti umani, poiché è contraria all’essenza stessa dei valori fondamentali. Spesso è applicata in modo discriminatorio, a seguito di processi iniqui o per ragioni politiche. Quando è frutto di un’ingiustizia può rappresentare un errore fatale”. Il dato positivo è che la tendenza verso l’abolizione continua a crescere: negli ultimi 20 anni il numero degli Stati che eseguono condanne a morte si è dimezzato e nel 2005 è risultato in calo per il quarto anno consecutivo. Lo scorso anno è stata abolita anche in Messico e Liberia. Nel 1977, solo 16 paesi avevano abolito la pena di morte per tutti i reati. Alla fine del 2005, il loro numero è salito a 86.Sir