Italia

Sentinelle del mattino, un impegno solenne

a cura di Patrizia Caiffa Tutti uniti per ribadire il loro “no alla guerra preventiva” e l’impegno comune per una “nuova globalizzazione” a favore della pace, della giustizia sociale, dei diritti dell’uomo. I rappresentanti di oltre 60 associazioni e movimenti cattolici aderenti al cartello “Sentinelle del mattino” (tra cui Ac, Acli, Agesci, Compagnia delle Opere, Comunità di Sant’Egidio, Volontari nel mondo-Focsiv, Movimento giovanile salesiano, Pax Christi) si sono riuniti il 21 settembre a Firenze, al teatro Saschall, per presentare il loro documento e iniziare così una nuova fase di impegno su questi temi. Ad accogliere i partecipanti è stato mons. Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, che ha ribadito il “no” convinto “al terrorismo internazionale, no alla guerra preventiva, no alla globalizzazione pilotata dalla finanza internazionale a solo scopo di lucro”. “Noi vogliamo la globalizzazione della solidarietà, della giustizia e della pace – ha affermato -. Questo è l’impegno che assumiamo insieme solennemente, oggi 21 settembre, giornata internazionale della pace proclamata dall’Onu”.

Dopo alcuni interventi e testimonianze nella mattinata, i partecipanti si sono riuniti in quattro chiese fiorentine per approfondire alcuni temi: pace, sviluppo umano sostenibile, stili di vita, economia e lavoro. La giornata fiorentina si è conclusa con una veglia nella chiesa della SS.ma Annunziata con la lettura di testi di Giorgio La Pira e don Milani, un musical dei Gen Rosso e un momento di preghiera presieduto da mons. Gastone Simoni, vescovo di Prato e responsabile della pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale toscana. “Ci interessa far crescere la coscienza dei cristiani su questi temi, che hanno ancora bisogno di pensiero e di approfondimento – ha spiegato don Paolo Tarchi, tra i presenti all’incontro -. Negli ultimi tempi è cresciuta la sensibilità. Un effetto positivo di questi incontri è anche il coin volgimento dell’episcopato locale”. La domenica i partecipanti si sono poi ritrovati nella stessa chiesa per partecipare alla messa presieduta da mons. Antonelli. Ecco cosa è emerso dalla manifestazione.

“Mani e scarpe sporche”. Un invito ai cristiani “ad avere le mani e scarpe sporche”, impegnandosi cioè per la pace e contro tutte le disuguaglianze e ingiustizie sociali, è venuto da mons. Diarmuid Martin, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, che ha anche proposto ai governi di “assumere anche loro, come ha già fatto la Chiesa, l’opzione preferenziale per i poveri”. “La migliore contestazione possibile all’economia globale fondata sulla competizione e sul guadagno è proporre in alternativa il servizio gratuito – ha detto -. Sviluppo vuol dire permettere alle persone di realizzare le capacità che hanno”-.

“Mi preoccupa – ha aggiunto – l’uso delle Nazioni Unite per fini interni da parte di vari Paesi, non soltanto degli Usa. Una Onu incapace di svolgere la sua funzione costituirebbe un pericolo. Un intervento armato può dichiararlo soltanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu e, anche in questo caso, sotto precise condizioni. E comunque il ricorso alla forza è sempre un fallimento. Bisogna cercare di rafforzare le Nazioni Unite affinché possano fare il loro dovere. Mai come oggi c’è bisogno del senso di responsabilità degli Stati. L’unico modo di combattere il terrorismo è favorire lo Stato di diritto”. E a proposito di immigrazione mons. Martin ha affermato: “E’ curiosissimo che più i Paesi del Nord hanno bisogno di manodopera più emergono politiche antiimmigrazione!”.

Uno stile e un metodo nuovo. Con questo incontro è come se fosse nato “uno spirito e un metodo nuovo di pensiero e d’azione comune” tra associazioni e movimenti – anche se il primo evento pubblico, di grande successo, è stato lo scorso anno al G8 di Genova -, “per mettere in contatto ‘l’agenda’ di vita quotidiana con l’agenda mondiale dei problemi senza rincorrere solo la retorica dei vertici internazionali”. Lo hanno ricordato più volte i vari presidenti e responsabili delle organizzazioni cattoliche. Chi ha promesso “fuochi d’artificio” per il futuro, “mentre ora siamo solo ai primi botti”, come Luigi Bobba, delle Acli, chi, come Sergio Marelli, della Focsiv, ha ricordato l’impegno delle ong in mezzo ai poveri e l’importanza “di un movimento più ampio possibile su questioni come il no alla guerra”. Chi (Giorgio Salina, della Compagnia delle opere) ha parlato dello “sforzo per arrivare ad una posizione unitaria che però ha l’enorme potenzialità di consentire alla cultura cattolica di essere più incisiva nella società italiana ed europea” e chi, come i più giovani (Marco Franchin di Ac e Gianmarco Proietti di Mgs) hanno rivendicato più spazi “all’azione educativa che si può ottenere attraverso questo lavoro comune e al cambiamento del quotidiano attraverso gli stili di vita”.

Secondo don Tonio Dell’Olio, di Pax Christi Italia – che ha diffuso a fine agosto un appello contro la guerra rivolto soprattutto a governo e parlamentari – sui temi della pace e della non violenza nel mondo ecclesiale sono stati fatti notevoli passi in avanti negli ultimi tempi: “Oggi avvertiamo l’urgenza di spendere le forze su questi contenuti non più da soli. Spero che possa crescere sempre di più l’autonomia di azione del laicato cattolico”. E conclude con una battuta: “Oramai i laici sono adulti”.

L’intervento di mons. Antonelli

Il documento: La pace condizione essenziale per lo sviluppo globale

Il saluto dei vescovi toscani: Dare un’anima alla globalizzazione

Primo piano: Pace e sviluppo, tornano le «sentinelle»

Per le sintesi degli interventi, consulta il sito: