Italia

TAFFERUGLI CHINATOWN: DON MOMIGLI, FAVORIRE COESIONE SOCIALE

“Dopo i fatti di Milano occorre certamente lavorare insieme per trovare soluzioni, ma soluzioni che favoriscano la diffusione sul territorio, l’interazione, la coesione sociale”. Lo dichiara don Giovanni Momigli, il parroco di San Donnino che in quesi anni ha maturato una grande esperienza con la comunità cinese presente nella sua zona. ‘Appare evidente – aggiunge – la profonda differenza fra la realta’ di San Donnino e la realtà di Milano o di altre città. A San Donnino, assieme all’allora sindaco di Campi Adriano Chini, non ci siamo solo posti il problema di controllare il fenomeno, ma quello di governarlo, ponendosi una domanda previa: che tipo di società vogliamo costruire? E la risposta è stata: una società interculturale, una società pluriculturale e non una società multiculturale (intendendo con quest’ultimo termine, concentrazioni etniche sul territorio)”. “Oggi a San Donnino – prosegue il sacerdote – su 6.500 abitanti, si conta circa il 21% di stranieri regolari, suddivisi in 18 nazionalità, oltre agli Italiani naturalmente. Eppure San Donnino non fa più notizia proprio perché si è scelto un modello diverso. Dunque i fatti di Milano, oltre a mettere in luce ancora una volta l’inadeguatezza, se non addirittura la pericolosità sociale della realtà delle concentrazioni (lo stessa vale per ogni tipo di concentrazione), mi sembra portino con sé due possibili rischi: l’emulazione e il rapportarsi con la comunità cinese come se fosse uno stato nello stato e non un gruppo di cittadini che abitano in una città”. (ANSA).