Italia

Tutti pazzi per le stelle

DI CLAUDIO TURRINIUn popolo di santi, di navigatori e di… credenti nelle stelle. L’uomo è arrivato a progettare la vita in formato fotocopia e gli italiani del terzo millennio credono ancora che il loro futuro sia scritto negli astri. Lo conferma un’indagine della Doxa che nel novembre del 1998, e a distanza di dieci anni da una precedente inchiesta, ha sondato gli italiani sulla loro credenza nell’astrologia e nelle due discipline affini, la cartomanzia (lettura delle carte) e la chiromanzia (lettura della mano), constatando che l’area della credenza si è addirittura ampliata. Un italiano su tre è convinto che gli astri influenzino il destino degli uomini mentre uno su cinque ne ammette comunque una qualche influenza. Ma quello che colpisce di più è che tre quarti degli italiani (percentuale che sale ai quattro quinti tra le donne) seguono gli oroscopi almeno «qualche volta o raramente», e il 25% dichiara di seguirli «tutti i giorni o più volte alla settimana».

Intendiamoci. Dare un’occhiata all’oroscopo può anche essere un’abitudine del tutto innocua. Un po’ come leggere le frasi dei baci Perugina. Ma quello che preoccupa è che il fatturato di maghi e cartomanti è in costante aumento e capita sempre più spesso – come ha documentato di recente «Striscia la notizia» – che le persone più indifese cadano vittima di imbonitori televisivi privi di ogni scrupolo. Basta dare un’occhiata all’ultimo numero della rivista Astra, leader del settore con 450 mila copie, per rendersi conto del giro che ci sta dietro. Le ultime cento pagine ospitano esclusivamente pubblicità (ne abbiamo contate oltre 250) di maghi e chiaroveggenti, accomunate dall’immancabile presenza dei loghi delle principali carte di credito e del ricorso ai numeri 166 (quelli a pagamento). È per questo che la Chiesa mette in guardia da tali pratiche. Come hanno fatto i Vescovi toscani con una apposita «Nota pastorale» nel 1994. E come ha fatto Giovanni Paolo II nel discorso per il Te Deum del 31 dicembre scorso.

L’aumentato interesse per gli astri lo si constata anche dallo spazio che gli dedicano i «media» e in particolare la rete Internet. Anche il tg regionale di alcuni giorni fa ha dedicato gran parte della puntata ad una mega intervista a tale Paola Gallerini, qualificata come «astrologa».

Eppure basta poco per rendersi conto del bluff. Guardate i tre oroscopi che abbiamo pubblicato in queste pagine: pur essendo dello stesso giorno (martedì 8 gennaio) non sono concordi quasi su niente. Il segreto di tanto successo è l’uso di previsioni generiche (tanto poi ci pensa chi ascolta a dar loro significati precisi) e nel fornire ritratti contrapposti in modo che la gente si possa riconoscere in un aspetto piuttosto che in un altro. Un segreto vecchio come il mondo. Del resto la Sibilla rispondeva a chi la interpellava: «Ibis redibis non morieris in bello» («andrai tornerai non morirai in guerra») che significa una cosa e il suo esatto opposto a seconda del verbo al quale si colleghi il «non». E vi assicuro che c’azzeccava sempre.

E l’ostetrica quanto incide?Minikit da mago a 500 euroFede e scienza, un’unica condanna