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Santa Sede: mons. Mamberti a Osce, stop a persecuzioni cristiani e terrorismo

«Non possiamo rimanere in silenzio di fronte alle decine di migliaia di cristiani perseguitati e uccisi ogni anno in tutto il mondo, anche in aree di confine con la regione dell'Osce. Non c'è dubbio che questi crimini profondamente deplorevoli, che pongono anche la sicurezza degli Stati parte a rischio, debbano essere fermamente condannati e contrastati». Ad affermarlo è monsignor Dominique Mamberti, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, nella sua dichiarazione al Consiglio ministeriale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) che si chiude oggi a Basilea.

Il diplomatico ha richiamato le parole di Papa Francesco sulla responsabilità della comunità internazionale nei confronti delle vittime di persecuzione in Medio Oriente: «Ciò che è necessario, come il Santo Padre ha affermato durante la sua recente visita in Turchia, è una nuova solidarietà tra musulmani e cristiani nella lotta contro il terrorismo e ‘un impegno concertato da parte di tutti, basato sulla fiducia reciproca, che può aprire la strada alla pace duratura’». Per mons. Mamberti, è necessaria «una nuova partnership di credenti e non credenti per combattere l’antisemitismo, l’intolleranza contro i musulmani e la crescente discriminazione dei cristiani anche in Europa» dove l’intolleranza si manifesta anche in crimini motivati dall’odio contro le persone e i luoghi sacri».

 «Tenendo tutto questo in mente – ha proseguito mons. Mamberti -, continuiamo a insistere che la piena garanzia della libertà religiosa non può essere limitata al libero esercizio del culto; deve anche tenere in debita considerazione la dimensione pubblica della religione e quindi la possibilità per i credenti di esercitare la propria responsabilità nella costruzione dell’ordine sociale. Ogni violazione della libertà religiosa, esplicita o sottile, è un grave danno alla causa della pace e della sicurezza». Il diplomatico vaticano si è quindi soffermato sulla crisi in Ucraina esprimendo la vicinanza del Papa e della Santa Sede a «coloro che soffrono e sono esposti a violazioni dei loro diritti umani fondamentali». «c nostra ferma convinzione – ha proseguito – che il modo migliore per risolvere la situazione attuale è attraverso il dialogo e la negoziazione».

Ricordando i 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale e 75 anni dall’inizio della seconda, il diplomatico vaticano ha riaffermato che «nessuno sforzo deve essere risparmiato nella costruzione e nel rafforzamento della pace». «Tutti gli esseri umani – ha concluso mons. Mamberti – nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e sono uniti in una sola famiglia umana. Pertanto la Santa Sede accoglie con gratitudine la continua attenzione che l’Osce sta riservando per il problema del traffico di esseri umani».