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Calcio, Della Valle nove ore dai pm

“Quando ero lì la pressione la sentivo, e sentivo che era una pressione strutturale: non era solo una persona che creava problemi al calcio”. Dopo nove ore di interrogatorio davanti ai pm Beatrice e Narducci, e al procuratore aggiunto Roberti, titolari dell’inchiesta napoletana sul calcio, il patron della Fiorentina Diego Della Valle, ha ancora la forza e la voglia di rispondere alle domande, questa volta dei giornalisti. Affronta la questione centrale, il cosiddetto “sistema Moggi” una definizione dello scandalo che non lo convince. Secondo l’imprenditore infatti “non tutte le cose vanno ricondotte a una sola persona: stiamo attenti a non distogliere l’attenzione da tutti i problemi del calcio, che non sono solo un individuo, ma che vanno sviscerati partendo per esempio da una soluzione equa dei diritti televisivi”. Denuncia poi quella che ritiene una “operazione di sciacallaggio” ai danni della sua Fiorentina.

“Siamo vittime del sistema”, aveva detto entrando in mattinata nel palazzo del centro direzionale di Napoli. “Noi non c’entriamo niente”, ha ripetuto uscendo dal confronto. “Una cosa non mi è piaciuta – ha aggiunto – ed è questa operazione di sciacallaggio che qualcuno tenta di fare attaccandosi a questo carro, facendo finta che cose che non gli sono andate bene nella vita, nel calcio o negli affari, siano riconducibili alla Fiorentina. Questa la trovo una cosa indegna e assolutamente non rispettosa del calcio e dei suoi tifosi”.

“La verità è che la Fiorentina di queste cose è stata vittima, non ha chinato mai la testa perché i fatti lo dimostrano, e non c’entra assolutamente nulla con tutto questo”. Non si pronuncia sulla ricostruzione accusatoria secondo la quale, la società viola venne punita con arbitraggi ostili per aver appoggiato la cordata contro Galliani ai vertici della Lega e successivamente aiutato a non retrocedere dopo aver fatto abiura (“fatelo dire ai magistrati, stanno lavorando bene”). Su domande specifiche sulle intercettazioni telefoniche fra lui e Luciano Moggi, il patron rimanda ancora alla magistratura: “Sarebbe offensivo del loro lavoro, devono parlarne loro”.

“Noi abbiamo risposto a tutto con chiarezza, perciò ci abbiamo messo tanto tempo, dimentichi mai che la Fiorentina non si piega di fronte a minacce né tanto meno Della Valle”. Perché allora non ha denunciato, quando ha visto che si poteva condizionare il risultato delle partite? “Noi non abbiamo visto nulla, abbiamo denunciato tutto quello che era opportuno denunciare nelle sedi più opportune. E comunque queste sono domande che devono essere rivolte ai giudici. Noi non eravamo al corrente di nulla. Quello che vedo in questi giorni, anche da quello che si legge, è anche che si cerca di prendere delle posizioni magari in buona fede che poi possono essere smentite dai fatti veri”.

Il calcio non è una “mucca da mungere”, ma può essere un grande business per tutti, purché non si sia troppo ingordi. E nel buio tunnel in cui si è infilato lo sport più amato dagli italiani intravede comunque la luce: “ora il calcio lo si può veramente mettere a posto, oggi è possibile partendo dalla Federazione, dalla Lega, con la collaborazione di tutte le squadre, grandi e piccole”. (ANSA).

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