Toscana

Fecondazione: tutte le bugie che vorrebbero darci a bere

di Carlo CasiniNon meraviglia che secondo il sondaggio dell’Espresso la maggioranza degli italiani si dichiari contraria alla legge sulla procreazione artificiale, capovolgendo un altro sondaggio di un anno fa. Infatti da mesi la «congiura contro la vita» (Giovanni Paolo II: l’Evangelium vitae) si è dispiegata diffondendo interpretazioni unilaterali, false rappresentazioni della legge, persino autentiche falsità. La ossessiva ripetizione di slogans; l’uso arrogante di epiteti aggressivi(legge «medioevale», «oscurantista», «proibizionista», «atroce», «inattuabile», «contro la scienza», «contro le donne», «incostituzionale»); lo sconvolgimento dei fatti, il rifiuto di un vero dialogo conduce inevitabilmente a quella che è stata chiamata «la nuova schiavitù», cioè la dipendenza del pensiero individuale da chi ha il potere mediatico. Dobbiamo trarre insegnamento per il futuro. La sorte della legge 40/2004 è legata più agli operatori dell’informazione che ai parlamentari. La sfida è altissima, perché l’insincerità più grande, quella che sta alla base di ogni altra manipolazione del pensiero riguarda niente di meno che la moderna concezione dei diritti umani. Come si fa ad accoglierne tutte le sue potenzialità positive se non sappiamo chi è l’uomo? Chi è il titolare dei diritti? Se non abbiamo il coraggio di interrogarci sul senso della vita umana nella fase più giovane della sua esistenza? Per non interrogarsi sulla identità dell’embrione in provetta non si può proporre nessuna delle argomentazioni con cui si cerca di giustificare l’aborto: la particolare condizione della gravidanza, l’inefficacia del divieto penale, la clandestinità, la socializzazione e la contraccezione come mezzo di prevenzione. Comunque nessuna donna concepisce naturalmente per abortire. Con la Fivet, invece, si può decidere a tavolino, prima ancora di «produrre» figli, di generarli per sopprimerli in buona parte: produzione soprannumeraria, selezione, sperimentazione distruttiva, congelamento: un nato per diecine di morti. Si può? Uomo o cosa? Il fine giustifica i mezzi? Il principio di non discriminazione non vale? Il dibattito sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) sarebbe non una difficoltà, ma una opportunità se questi interrogativi fossero al centro di una serena discussione. Invece, si ripete «grumo di cellule» senza dimostrazione, tacciando di «talebano» chi appena domanda: come fai a dirlo? Oppure, come, incredibilmente, ha fatto in una recente trasmissione televisiva («Reporter» del 17 settembre dal titolo «Fecondazione esterologa») Emanuele Severino, meravigliandosi che la Chiesa tolleri l’uccisione per difendere la patria e poi non consenta la soppressione degli embrioni per guarire le malattie. Allora perché non espiantare organi da vivi?

La difficoltà di sostenere esplicitamente queste teorie («l’uomo talora non è uomo», «l’uomo non è un fine ma un mezzo», «in certi casi non vale il principio di eguaglianza») ha suggerito ai referendari di distrarre la gente dal vero problema puntando sull’emozione piuttosto che sulla ragione: «non guardate l’embrione – essi dicono – guardate i malati da curare». Una tale operazione ha richiesto la falsificazione dei dati relativi alle cellule staminali. Già oggi quelle «adulte», in particolare quelle estratte dal sangue del cordone ombelicale e dal midollo osseo guariscono talune malattie. Non c’è dunque bisogno di distruggere embrioni, tanto più che gli esperimenti su topi hanno dimostrato che le cellule staminali embrionali producono tumori, e nessuna applicazione sull’uomo è stata realizzata e neppure tentata.

Il caso di Luca, il bambino emofiliaco guarito a Pavia, è esemplare. Le staminali usate sono quelle del cordone ombelicale dei due suoi fratelli. Dunque vi è la prova (per vero già esistente prima, ma la novità è la moltiplicazione in laboratorio delle staminali) che non servono gli embrioni. Smascherata una bugia, ne viene costruita un’altra: sarebbe indispensabile ricorrere alla PMA per avere sangue placentare «compatibile», tant’è vero che i due gemelli sono stati partoriti previa selezione di tre embrioni tra dodici in provetta, dei quali nove gettati via, non importa se geneticamente sani o malati. Dov’è la bugia? Certamente il sangue di consanguinei ha il maggior grado di compatibilità, ma chi l’ha detto che i consanguinei possano esistere solo ricorrendo alla PMA? Come ignorare che in Italia esistono già 15 banche del sangue placentare e che la compatibilità maggiore o minore di tale sangue può essere valutata? Perché non lanciare una grande campagna affinché tutte le partorienti donino il loro cordone ombelicale altrimenti destinato all’inceneritore?

Si accusa di «atrocità» la legge per il fatto che, (come in Germania, Svizzera e Austria) viene vietata la diagnosi genetica pre impianto, ma si tace che quest’ultima, di per sé iniqua perché esclusivamente diretta alla eliminazione del «malato», implica – di necessità – anche la soppressione di embrioni «sani» che vengono «feriti» dalla biopsia, cioè dal prelievo di una o due cellule quando il loro corpo è costituito soltanto da sei od otto cellule; è largamente insicura (5-10% di errori); suppone la «produzione» di molti embrioni e il loro eventuale congelamento.

L’elenco delle reticenze e degli accomodamenti potrebbe continuare a lungo. Non sappiamo cosa avverrà in futuro. Sappiamo però che, come il riconoscimento dell’uomo suppone la ragione, così una difesa efficace dell’uomo quando è «il più povero» (espressione di Madre Teresa di Calcutta) esige lealtà e completezza nell’informazione. Non si chiede poi molto. Soltanto il rispetto della «carta dell’informazione degli operatori del servizio radio televisivo» dove si legge che «il dovere dell’imparzialità è quello che più connota l’identità del pubblico servizio», che «la Rai non può schierarsi da una parte o dall’altra», che «nessuna trasmissione deve contraddire questo principio per non compromettere la credibilità del servizio pubblico». Ancora una volta vita e verità appaiono misteriosamente legate.

Un saggio per saperne di piùCarlo Casini, ha pubblicato di recente un volume – «La legge sulla fecondazione artificiale. Un primo passo nella giusta direzione», edito da Cantagalli 2004, pagine 160, e 9 –, per rispondere alle menzogne di chi vuole tornare a «provetta selvaggia». Con rigore scientifico e stile divulgativo, il libro risponde a tutte le obiezioni e menzogne che vengono diffuse soprattutto dai promotori dei referendum abrogativi della legge 40/2004. Nelle pagine di questo interessante saggio affiora l’esperienza del magistrato cui è debitore il realismo giuridico dell’autore, il carisma del leader del Movimento per la vita italiano, senza il quale tutto sarebbe più difficile da capire, e la battaglia culturale e sociale di un politico che ha reso possibile il traguardo parlamentare di una legge da molti ritenuto impossibile.«Report», e la disinformazione diventa scientificaUno spot per i referendum lungo quasi due ore. Nonostante le promesse di imparzialità della Rai e i suoi doveri di servizio pubblico, il lungo spot, firmato da Sabrina Giannini, è andato in onda su Raitre venerdì 18 settembre (ore 21) per il programma «Report», condotto da Milena Gabanelli. Solito repertorio di luoghi comuni diffusi dai radicali (che infatti hanno ringraziato l’autrice per l’apporto dato alla causa), pareri scientifici tutti ferocemente contro la legge (neanche un medico a favore della legge), servizi costruiti ad arte sul «turismo procreatico» indotto dalle nuove norme, contraddittorio affidato a due battute di un’impacciata e confusa senatrice Procaccini e a un autogoal a Palazzo Madama della collega Casellati. Il tutto intramezzato da giudizi ironici e senza appello della conduttrice che ha tra l’altro sentenziato: «chi ha fatto questa legge era talmente occupato a tutelare l’embrione che si è scordato della salute della madre e dei suoi figli». Fino al pistolotto finale con cui la Gabanelli, dopo essersi professata cattolica, ha inneggiato alla fecondazione eterologa all’insegna di San Giuseppe, «il più grande esempio di paternità a cui tutti dovremmo ispirarci» e che per l’appunto «non era un padre naturale».

Una dura presa di posizione sulla faziosità del programma è arrivata dal Movimento per la vita, dal Forum delle famiglie e dal Forum degli operatori sanitari, che hanno rivolto un appello a Ciampi e alle altre autorità dello Stato perché venga ristabilità la correttezza dell’informazione. «Per quasi un ora e mezzo – scrivono le associazioni – in orario di massimo ascolto, più di 40 personaggi (conduttori compresi) si sono succeduti a denigrare la legge, senza che ad alcuna voce fosse consentito di esporre ragioni diverse. La poche battute dei parlamentari favorevoli alla legge ripresi durante il dibattito al Senato, isolate ad arte dal loro contesto, sono state inserite in un clima di irrisione».

I referendumIl deposito delle firme raccolte a sostegno dei cinque referendum sulla legge 40/2004 (fecondazione medicalmente assistita) devono essere depositati in Cassazione entro il 30 settembre. In questi giorni i comitati stanno controllando la validità di quelle raccolte. Sicuramente raggiunto l’obiettivo delle 500 mila firme per il primo, quello totalmente abrogativo, la cui raccolta, promossa dai radicali, è iniziata prima. A favore dei referendum si sono schierati anche Ds, Pdci, Rifondazione, Verdi e Sdi. A titolo personale hanno aderito anche alcuni esponenti della Margherita, come Ermete Realacci e Franca Bimbi, entrambi eletti in Toscana. Nel centro-destra appoggiano i referendum i socialisti di De Michelis (Nuovo Psi) e alcuni esponenti «laici» di Forza Italia. 1. Abrogazione totalePromosso dai radicali e dall’Associazione Luca Coscioni chiede l’abrograzione totale della legge 40/2004. 2. Ricerca sugli embrioniE’ uno dei tre promossi dal «Comitato promotore referendum parzialmente abrogativi» e chiede la cancellazione parziale o integrale degli articoli 12, 13 e 14 che vietano la ricerca sugli embrioni «per consentire – recita il quesito – nuove cure per malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardipoatie, i tumori». 3. Numero degli embrioniFa parte dei tre promossi dal «Comitato promotore referendum parzialmente abrogativi» e chiede una lunga serie di abrogazioni di commi della legge per cancellare il divieto a creare in vitro più di tre embrioni. L’intestazione del quesito è «per la tutela della salute della donna». 4. Diritti dell’embrionePromosso dal «Comitato referendum per l’autodeterminazione e la tutela della salute della donna», chiede l’abrogazione dei limiti al numero di embrioni prodotti in vitro e in più chiede l’abrogazione totale dell’art. 1, quello che tutela allo stesso modo tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. 5. Fecondazione eterologaÈ il terzo dei quesiti promossi dal «Comitato promotore referendum parzialmente abrogativi» e chiede l’abrogazione delle norme (art. 4, 9 e 12) che vietano «tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo», cioè con ovulo o seme di donatori esterni alla coppia.

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