Toscana

Terrorismo. A Firenze barriere con tubi e ulivi in S. Lorenzo

Si tratta sempre di fioriere antisfondamento (o rallentatori), ovvero l’escamotage scelto da Palazzo Vecchio e dalla prefettura per scongiurare potenziali attacchi terroristici senza però trascurare l’aspetto estetico. Tuttavia sono manufatti per così dire «artigianali», ricavati «da grossi tubi di scarto di Publiacqua» e arredati con vasi di ulivo. Un ulivo, per ora; l’altro «vaso» installato è ancora vuoto.

Intanto, mentre sono stati piombati e resi fissi i paletti in piazza Santa Croce, così come in via de’ Cerretani o in via Ricasoli, in via Martelli la chicane di fiori posta dopo il pilomat è ultimata. I vasi, verniciati ieri, sono bianchi «per far interloquire le fioriture con il Battistero e i monumenti», spiega Lorella Arioli, la responsabile della riqualificazione degli spazi urbani di Palazzo Vecchio. Senza cioè che le installazioni anti terrorismo «interferiscano con i colori della scena urbana», con i tecnici che «hanno lavorato su grigi, bianchi, e dei colori tenui come l’azzurro e il lilla». Per far questo sono state scelte piante come «il convolvulus cneorum, che prossimamente sarà in fiore, le rose bianche e i plumbago», prelevate dai vivaisti di Pistoia. Poi, aggiunge, «abbiamo utilizzato delle piante di sapore orticolo, per introdurre un elemento di divertimento e di curiosità, come l’erba cipollina».

In sostanza «il nostro tentativo è quello di riuscire a impreziosire la scena urbana pure se l’ottica, in questo momento, è la salvaguardia della sicurezza».

Questo per chi guarda il Duomo e il Battistero. Per chi percorre via Martelli in senso contrario, invece, dirigendosi in via Cavour, si cambia visto che «la prospettiva non ha dei cromatismi così accentuati da salvaguardare. Quindi abbiamo introdotto dei colori, dei fucsia, dei rosa, che ingentiliscono la scena renderla più vivace», chiude Arioli.