Vita Chiesa

Cei, card. Bagnasco: «Il Papa ci ha detto che la Chiesa italiana è bella»

In margine alla conferenza stampa, ha risposto a una domanda sui contenuti dell’incontro «a porte chiuse» che ha fatto seguito al discorso di apertura di Papa Francesco. Bagnasco ha definito quella parte dell’Assemblea «una parte molto bella e molto lunga, il Santo Padre si è trattenuto molto con noi. Abbiamo molto parlato del sacerdote, il Papa ci ha parlato dei suoi ricordi e ci ha raccontato alcuni episodi. Ci ha molto confortati e incoraggiati: ci ha detto che la Chiesa italiana è una bella Chiesa e che in Italia c’è un senso religioso ancora molto vivo, grazie alla presenza e alla vicinanza dei sacerdoti, dei parroci e di noi pastori». In merito all’incontro del giorno dopo tra il cardinale Bagnasco e i vescovi, anche quello «a porte chiuse», il presidente della Cei ha rivelato di aver letto ai suoi confratelli i titoli dei giornali relativi al discorso pronunciato da Papa Francesco il giorno precedente: «Purtroppo sì, i titoli dei giornali che abbiamo letto non rispondono affatto a quello che il Santo Padre ha detto, sia nel suo discorso sia nel dialogo con noi». «Il richiamo alla semplicità, alla sobrietà – ha precisato Bagnasco in merito alla parte del discorso papale maggiormente ripreso dai media – fa parte della vita del prete e di noi pastori, ma era inserito in un discorso con un respiro estremamente ampio e completo». «Fissare tutta l’attenzione lì – ha commentato il presidente della Cei – è stato un modo per distorcere l’impegno» e per fraintendere il tono di un discorso e di un incontro «che è stato molto caldo e incoraggiante».

«Sulle unioni civili non ho dato giudizi di valore o di merito», ha detto il presidente della Cei, rispondendo alle domande durante la conferenza stampa. «Ho semplicemente condiviso con i miei confratelli vescovi – ha spiegato – le voci che raccogliamo per strada, nelle case della gente, in mezzo alle persone semplici con cui noi vescovi siamo a contatto tutti i giorni». «Cerchiamo di dare voce, in tutti i campi, alla nostra gente», ha sintetizzato Bagnasco a proposito delle affermazioni contenute nella relazione della seconda giornata all’interno della quale ha toccato «questioni che la gente ritiene gravi, avvertite come tali dal popolo: l’occupazione, la demografia, cioè la natalità estremamente bassa, e la crescente preoccupazione per la ludopatia». «Come sempre noi pastori diamo voce alla nostra gente», ha ripetuto il cardinale.

Rispondendo ad una domanda su eventuali «indicazioni» della Conferenza episcopale italiana in merito alle attività dei vari Comitati che stanno sorgendo in vista dei referendum costituzionali di ottobre, il Cardinale ha detto che «si tratta di iniziative che sono doverosamente portate avanti da laici: saranno portate avanti da laici».

Il lavoro nero «è un peccato mortale». Non lo dice solo il Papa, ma anche il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che a margine della conferenza stampa conclusiva dell’Assemblea dei vescovi si è detto d’accordo con le parole di Francesco e ha definito il lavoro nero «una piaga», da una parte «per i disperati che vengono da noi in cerca di un mondo migliore e si accontentano di un lavoro sottopagato», dall’altra «anche per gli italiani che piuttosto che non fare niente si assoggettano» a queste condizioni e a una pratica che non è altro che «sfruttare l’indigenza», ha sintetizzato il presidente della Cei. Questa mattina il Papa, nella consueta omelia mattutina della Messa celebrata a Santa Marta, aveva tuonato: «Chi accumula ricchezze con sfruttamento, lavoro in nero, contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente».

Famiglie e discernimento. «Il discernimento è il compito di ogni pastore in mezzo alle situazioni di vita delle famiglia»: un discernimento che, «ha scritto il Papa, deve avvenire alla luce dell’insegnamento della Chiesa e dell’orientamento del vescovo». Rispondendo alle domande dei giornalisti il cardinale Angelo Bagnasco ha precisato che durante i lavori i vescovi non hanno affrontato il tema della famiglia – «non era nell’ordine del giorno della nostra Assemblea» – e ha annunciato che tale argomento potrà essere preso in esame dai presuli italiani nel prossimo Consiglio episcopale permanente, in programma a settembre. «Non dobbiamo dimenticare ciò che il Papa ha scritto nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia», l’invito del cardinale: «Ci ha dato tanto materiale, da tanti punti di vista, come la preparazione al matrimonio, remota e prossima, le situazioni di difficoltà delle famiglie, il sostegno alle giovani coppie». Il discernimento, in questa prospettiva, è «un’indicazione di fondo già precisa del Papa: il che non  esclude – ha puntualizzato Bagnasco – che anche come corpo episcopale possiamo affrontare le diverse tematiche, tenendo conto che il Santo Padre ci  ha dato una linea di indirizzo molto significativa». Unica indicazione, in tema di famiglia, emersa dai lavori dell’Assemblea che si è conclusa oggi in Vaticano, la necessità di un «coinvolgimento maggiore» delle famiglie nella formazione dei preti, anche nei seminari

8xmille: firme in aumento, gettito in calo. La 69ª assemblea generale della Conferenza episcopale italiana ha preso atto che, come comunicato dal Ministero dell’economia e delle finanze, la somma relativa all’otto per mille dell’Irpef assegnata alla Chiesa cattolica per il 2016 risulta pari ad euro 1.018.842.766,06 determinati da euro 1.011.841.026,43 a titolo di anticipo dell’anno 2016, e un conguaglio sulle somme riferite all’anno 2013 di euro 7.001.739,63. È quanto viene riportato in un comunicato stampa diffuso oggi al termine dell’assemblea Cei. «Le firme sono aumentate, mentre è calato il gettito Irpef su cui si calcola l’otto per mille», ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco, durante la conferenza stampa conclusiva dell’assise generale. «Considerate le proposte di ripartizione presentate dal Consiglio permanente – si legge nel comunicato -, sono state approvate le seguenti assegnazioni: esigenze di culto e pastorale 398.842 (nel 2015 erano 403.462); interventi caritativi 270.000 (265.000 nel 2015); sostentamento del clero 350.000 (327.000 nel 2015)». In Italia, ha commentato il cardinale, «abbiamo 700 cantieri aperti per il culto e la pastorale. I 350.000 per il sostentamento del clero sono una cifra che oscilla, di anno in anno, dipendente dal numero dei sacerdoti. Sono inoltre una cifra che permette di avere un clero totalmente disponibile, con retribuzioni in tre fasce diverse che vanno dagli 800 a un massimo di 1.300 euro mensili».

«Non mi risulta che ci siano Istituti diocesani per il sostentamento per il clero commissariati». Ha risposto così ad una domanda il presidente della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti a conclusione della 69ª assemblea generale dei vescovi italiani (Vaticano, 16-19 maggio 2016). «L’Istituto centrale per il sostentamento del clero – ha spiegato il cardinale – ha già un rapporto con gli Istituti diocesani. Si tratta di un rapporto di servizio e gli Istituti diocesani molto spesso chiedono consulenza all’Istituto centrale». Stesso discorso vale per i Consigli amministrazione delle diocesi rispetto all’Economato della Cei. «Ci sono situazioni di diocesi – ha puntualizzato Bagnasco – dove il Consiglio chiede un aiuto, una consulenza all’Economato della Cei». Per il cardinale, «si deve promuovere un rapporto più organico perché nessuna diocesi si trovi in condizioni di difficoltà. Gli Uffici della Cei si pongono a servizio delle diocesi».

«La questione dell’eventuale riduzione del numero di diocesi è all’esame delle Conferenze episcopali regionali. Ogni singola Regione ecclesiastica deve studiare delle proposte». Lo ha ricordato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti. Su indicazione della Congregazione per i vescovi, ha ribadito il cardinale, «entro la fine d’agosto 2016 le Conferenze episcopali regionali sono invitate a far pervenire alla segreteria generale della Cei il parere circa un progetto di riordino delle diocesi».