Iraq, Patriarca Caldeo: rischio genocidio per i cristiani di Ninive
"Nella notte fra il 6 e il 7 agosto i miliziani dell‘Isis hanno attaccato a colpi di mortaio la maggior parte dei villaggi della piana di Ninive, e ora hanno il controllo dell‘area. I cristiani, 100mila circa, in preda all‘orrore e al panico sono fuggiti dai loro villaggi e abbandonato le loro case, con niente altro se non i vestiti che avevano indosso. Un esodo, una vera via Crucis". E’ la denuncia del patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, che lancia un appello a tutti “gli uomini di buona volontà, alle nazioni Unite, e all’Unione europea, affinché si attivino subito per salvare persone innocenti dalla morte, sperando che non sia troppo tardi!”.
Il patriarca parla di “cristiani in marcia a piedi, nella torrida estate irakena, diretti verso le città curde di Erbil, Duhok e Soulaymiya. Fra loro ci sono malati, anziani, bambini e donne incinte. Stanno affrontando una catastrofe umanitaria e vi è un rischio concreto di genocidio. Hanno bisogno di cibo, acqua e riparo...". Circa le chiese e le loro proprietà nei villaggi ora occupati dai miliziani dell’Isis, “abbiamo notizie - scrive Mar Sako - di distruzioni e profanazioni. Antichi manoscritti e documenti sono stati bruciati”. “Appare evidente a tutti - sottolinea nel suo appello il patriarca caldeo - che il Governo centrale è incapace di imporre la legge e l’ordine in questa parte della nazione. Ci sono anche dubbi - aggiunge - della capacità della regione del Kurdistan di difendere da sola la crudele avanzata dei jihadisti”. Per Sako è chiaro che vi sia “una mancanza di cooperazione tra il Governo centrale e quello autonomo regionale. Un vuoto sfruttato dall’Isis per imporre le sue regole e il terrore. C’è bisogno - conclude il patriarca - di aiuto internazionale e di un esercito professionale e ben equipaggiato. La situazione sta peggiorando”.
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