Vita Chiesa
La fede è affidarsi alla verità
Secondo la definizione di quasi tutti i filosofi, la «verità» è la conformità della mente, cioè della conoscenza, con la realtà. È la qualità del vero. Nell’Antico Testamento la verità è qualcosa di stabile, che dura, che dà sicurezza. Applicata a Dio, e perché no agli uomini, viene tradotta in «fedeltà», «Dio è fedele». Non vi è dubbio che in Dio la fedeltà sia una verità, così come la bontà e la misericordia. La sua stessa Legge è via che «conduce alla verità». Dice il Salmo 86: «Insegnami, Signore, la tua via affinché cammini nella tua verità». Il vangelo è «parola di verità» che richiama gli uomini a convertirsi proprio per giungere alla conoscenza di essa. È impressionante accorgersi di vivere dentro una società tanto più acculturata che in passato quanto più superficiale. Dio è Verità, Cristo è Verità, ma che ne sappiamo di Dio e di Gesù Cristo? È vero che la fede è dono di Dio ma è anche frutto di ricerca e di approfondimento di ciò che crediamo. Vorrei tanto chiedere all’ateo perché non crede e vorrei chiedere al credente per quale ragione si dichiara credente. Sì, perché anche il credente deve porsi delle domande: La mia fede ha un fondamento? La mia fede è motivata o è un atto cieco? Mi piacciono quei cristiani che a differenza di altri non si sentono mai arrivati e si pongono il problema della fede. Mi piacciono quando soffrono i possibili dubbi, perché si costruiscono dentro una fede illuminata, fondata sulla roccia piuttosto che pietistica. «La fede è un affidarsi, un abbandonarsi a qualcuno, essa non può sussistere senza presupporre la verità e la credibilità di colui al quale ci si affida» scrive F. Ardusso.