Vita Chiesa

RITO DEL MATRIMONIO (CONVEGNO CEI), GIULIETTI: AI GIOVANI PIACERANNO LE NOVITÀ

“Gli adattamenti al rito del matrimonio avranno riflessi positivi sia sui nubendi sia sull’assemblea”. È quanto ha affermato don Paolo Giulietti, direttore del Servizio Cei per la pastorale giovanile, a margine del convegno in corso a Grosseto. Il matrimonio “con queste novità”, a giudizio di Giulietti, “si distacca sempre di più dall’idea del contratto, del gesto burocratico come potrebbe essere un matrimonio civile, perché restituisce tutto all’ambito dell’esperienza religiosa. Al tempo stesso, il nuovo rito favorisce una visione del matrimonio meno folcloristica e romantica perché trasporta più decisamente nel campo della fede”.

Gli adattamenti al rito proposti “potranno essere utilizzati – osserva don Giulietti – anche per impostare dei percorsi di evangelizzazione del matrimonio. I giovani, infatti, hanno una forte domanda religiosa che investe le relazioni. La loro fatica è identificare con l’istituzione ecclesiale il luogo della risposta a questa domanda. Credo che questo rito aiuti a scoprire che il matrimonio dà un valore aggiunto al loro rapporto, collocandolo in una dimensione profondamente spirituale”. Forse, conclude il direttore del Servizio Cei, “il nuovo rito potrà aiutare a vivere in maniera diversa anche la decisione di sposarsi, come risposta ad una chiamata di Dio che viene dal battesimo e, conseguentemente, ad accettare il matrimonio come missione”.

E’ stato don Giuseppe Busani, già direttore dell’Ufficio liturgico nazionale, ad illustrare oggi – durante il convegno della Cei – le principali novità del rito del matrimonio che riguardano la struttura rituale, l’arricchimento e le modifiche dei gesti e dei testi. “Per il primo aspetto – ha ricordato il liturgista – nel rito d’ingresso c’è la memoria del battesimo; per la liturgia della Parola sono proposti cinque schemi; nella preghiera dei fedeli sono inseriti i nomi dei santi degli sposi; nel secondo capitolo, è prevista la consegna della Bibbia agli sposi; è possibile una diversa collocazione della benedizione degli sposi”.

Per i gesti, le maggiori novità riguardano, nel rito d’ingresso, la processione al fonte battesimale e l’aspersione degli sposi e dell’assemblea; nella liturgia della Parola, la venerazione dell’Evangelo da parte degli sposi; nella liturgia matrimoniale, al momento del consenso, la possibilità per i nubendi di avvicinarsi all’altare, rivolgendosi l’uno verso l’altro. Tra i testi nuovi, quelli per la memoria del battesimo, nuove monizioni (ad esempio, nel capitolo secondo prima della liturgia della Parola) e formule (sempre nel capitolo secondo per la manifestazione delle intenzioni). La novità più rilevante, per don Busani, è la presenza di una quarta preghiera di benedizione degli sposi, che ha una struttura simile alla preghiera eucaristica. Il liturgista, infine, non è d’accordo con chi ritiene che la nuova formula “accolgo te” sia meno forte della precedente: “La nuova formula sottolinea un impegno fondato sulla grazia di Cristo”.

Davanti all’altare sposi più consapevoli