Vita Chiesa

SANTA SEDE-USA: COMMISSIONE CONTRO GLI ABUSI SESSUALI

La “speranza” che simili casi non succedano più (“never done again”), la “compassione” della Chiesa per le vittime e le loro famiglie e la “determinazione” a dare ai vescovi delle indicazioni il più presto possibile (“entro tre settimane”) affinchè i “bambini siano protetti e sicuri nelle nostre chiese”. Con questa linea la Santa Sede e la Conferenza episcopale degli Stati Uniti istituiranno presto una Commissione mista per favorire “una ulteriore riflessione” e una “revisione” delle Norme e dello Statuto elaborati dai vescovi americani nel giugno scorso a Dallas, in risposta agli episodi di abusi sessuali che hanno coinvolto esponenti del clero.

A presentare così alla stampa la nuova Commissione – dopo l’annuncio dato dal prefetto della Congregazione per i vescovi, card. Giovanni Battista Re – è stato mons. Wilton D. Gregory, vescovo di Belleville e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. In una affollata conferenza stampa (erano presenti tutti i maggiori network – tv, stampa ed agenzie – degli Stati Uniti), mons. Gregory ha spiegato perché la Santa Sede – dopo aver analizzato i due documenti dell’episcopato statunitense – ha deciso di istituire una Commissione. “La Santa Sede – ha detto il vescovo – ha identificato alcune aree in questi due documenti che ritiene abbiano bisogno di ulteriori discussioni e di una maggiore precisione, per garantire che il piano d’azione volto alla protezione dei nostri bambini non sia soggetto ad errate interpretazioni e sia in pieno accordo con la legge universale della Chiesa”.

Il presidente dei vescovi statunitensi ha tenuto a precisare che con la Santa Sede non è subentrato “nessun conflitto”. “Il cardinale prefetto – ha raccontato mons. Gregory ai giornalisti – mi ha detto: quando descriverai agli altri il lavoro che abbiamo fatto questa settimana, ti prego di non presentarlo come un conflitto tra la Santa Sede e la tua Conferenza episcopale. Ed ha aggiunto che il nostro dovere è quello di esercitare una profonda comunione per arrivare ad un accordo comune”. Mons. Gregory ha parlato di “collaborazione fraterna” con il Vaticano e ha sottolineato che nei suoi incontri con gli esperti della Curia romana, “mai niente è stato definito come assolutamente inaccettabile”. Al contrario, la Santa Sede ha apprezzato gli sforzi compiuti dall’episcopato statunitense nella elaborazione dei due documenti. Ma ha anche ritenuto che i due testi abbiano bisogno di “approfondimenti, chiarimenti e specificazioni”.

“Il nostro scopo – ha detto mons. Gregory – è terminare il lavoro in tempo per presentare i risultati alla nostra Conferenza episcopale in occasione dell’ Assemblea Plenaria che si terrà il mese prossimo”. La presenza così numerosa della stampa americana alla conferenza di mons. Gregory è segno di quanto i casi di abuso sessuale su minori all’interno della Chiesa abbiano particolarmente colpito l’opinione pubblica di quel Paese. Mons. Gregory ha parlato di “una situazione terribile nella vita della Chiesa” che ha influito molto anche nella “fede delle persone”.

“Per questo – ha aggiunto – la Santa Sede ha chiesto di lavorare velocemente”. Anche “la Curia romana – ha infine raccontato mons. Gregory – ha mostrato grande cura pastorale e sensibilità per la sofferenza causata alle vittime”, l’impegno a “proteggere la società dagli esecutori degli abusi”, “pena per il dolore provocato alla fede dei cattolici da questa condotta peccatrice e criminale”. “Sono – ha concluso mons. Gregory – profondamente grato agli esperti della Curia per la loro sollecitudine fraterna, il loro consiglio ed incoraggiamento”.Sir