Chiesa Italiana

Diocesi di Fiesole, a settembre la Settimana teologica sul Concilio

Dal 4 al 7 settembre al Centro pastorale del Matassino l'appuntamento che apre l'anno pastorale della diocesi di Fiesole

Che cosa è stato il Concilio? Per papa Francesco, esso è stato soprattutto una grande risposta alla domanda di Gesù «Mi ami?». E ha spiegato: «è per ravvivare il suo amore che la Chiesa, per la prima volta nella storia, ha dedicato un Concilio a interrogarsi su sé stessa, a riflettere sulla propria natura e sulla propria missione. E si è riscoperta mistero di grazia generato dall’amore».

Un Concilio per ravvivare il nostro amore per Gesù. Grazie al quale, ha continuato, la Chiesa si è riscoperta il popolo di Dio e tempio vivo dello Spirito santo, e ha preso coscienza di dover guardare a sé stessa prima di tutto e soprattutto a partire da Dio: «Riscopriamo il Concilio per ridare il primato a Dio, all’essenziale: a una Chiesa che sia pazza di amore per il suo Signore e per tutti gli uomini, da Lui amati; a una Chiesa che sia ricca di Gesù e povera di mezzi; a una Chiesa che sia libera e liberante. Il Concilio indica alla Chiesa questa rotta: la fa tornare, come Pietro nel Vangelo, in Galilea, alle sorgenti del primo amore, per riscoprire nelle sue povertà la santità di Dio» (dall’omelia per i 60 anni dall’apertura del concilio Vaticano II, 11 ottobre 2022).

In un certo senso, il programma della nostra settimana teologica è tutto qui: tornare a fare tesoro della lezione del Concilio, e non tanto con la preoccupazione di conoscerne le ragioni storiche, i passaggi che lo hanno caratterizzato, magari anche i protagonisti che lo hanno animato. A noi preme, proprio come indica il Papa, mettere a fuoco la rotta che esso ci suggerisce e scoprire concretamente perché e come il Concilio è ancora davanti a noi. Si tratta di ritornare, sono ancora parole di papa Francesco, «alle pure sorgenti d’amore del Concilio», ritrovando la passione del Concilio e la passione per il Concilio! «Immersi nel mistero della Chiesa madre e sposa, diciamo anche noi, con san Giovanni XXIII: Gaudet Mater Ecclesia!». Davvero, se la Chiesa non gioisce smentisce sé stessa, perché dimentica l’amore che l’ha creata. Eppure, si chiede il Papa mettendo, per così dire, il dito nella piaga di tante sterilità ecclesiali ed ecclesiastiche, «quanti tra noi non riescono a vivere la fede con gioia, senza mormorare e senza criticare? Una Chiesa innamorata di Gesù non ha tempo per scontri, veleni e polemiche. Dio ci liberi dall’essere critici e insofferenti, aspri e arrabbiati. Non è solo questione di stile, ma di amore, perché chi ama, come insegna l’apostolo Paolo, fa tutto senza mormorare».

A svolgere questo «programma» davvero ambizioso e per il quale, non dimentichiamolo mai, occorre prima di tutto e soprattutto il dono e la regia dello Spirito santo, ci aiuteranno ancora una volta alcuni interlocutori davvero speciali.

A cominciare dalla voce del teologo ambrosiano Marco Vergottini. Per anni a fianco del ministero episcopale del cardinale Carlo Maria Martini e autore di vari studi proprio sulla ricezione e la fecondità del Concilio, la sua relazione fissata per lunedì 4 settembre alle ore 21, tratterà il tema «Il Concilio e la riforma della Chiesa».

La mattina successiva, 5 settembre, alle ore 9.30, il filosofo Massimo Borghesi, dalla sua prospettiva di studioso che segue con grande attenzione il magistero di papa Francesco, ci offrirà una riflessione dal titolo «Il Concilio e il cambiamento d’epoca».

Mercoledì 6 settembre, poi, alle ore 21, la liturgista Elena Massimi, la quale ha collaborato anche alla redazione della terza edizione italiana del Messale Romano, ci aiuterà a fare il punto sul cammino della riforma liturgica promossa dal concilio Vaticano II, con una relazione intitolata «La liturgia, questione aperta».

Il percorso si chiuderà, poi, con la riflessione di un caro amico della nostra settimana di aggiornamento, il teologo Severino Dianich, uno dei maggiori studiosi di quel mistero della Chiesa che sta al cuore anche dell’evento del Concilio. La sua relazione il 7 settembre alle 9.30 verterà principalmente sui frutti della costituzione dogmatica Lumen gentium sulla realtà della Chiesa, e avrà per titolo: «La Chiesa secondo il Concilio: un cantiere aperto».

La speranza è che davvero, come ci esorta e perfino ammonisce papa Francesco proprio in relazione alla ricezione del Concilio, non ci accada mai di «opporre resistenza allo Spirito Santo».

Perché «è lo Spirito che ci fa liberi, con quella libertà di Gesù, con quella libertà dei figli di Dio! Non opporre resistenza allo Spirito santo: è questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo al Signore, la grazia della docilità allo Spirito Santo».